"La vita degli
angeli è difficilissima: da secoli si chiedono quale sesso abbiano e
nessuno glielo ha mai detto" (Luc Besson)
A Luc Besson interessava
far vedere l’angelo che c’è dentro di noi. E per farlo, dopo sei anni
di pausa, il regista è tornato dietro la macchina da presa. Era dal
1999, quando uscì Giovanna D'Arco, che Besson non girava un film. Nel frattempo è stato impegnato con la lavorazione di Arthur, pellicola d’animazione che uscirà alla fine dell'anno.
Angel-a è una fiaba contemporanea in bianco-nero ambientata a Parigi. “Mi
interessava raccontare l'angelo che c'è in noi: Angel-a è in fondo
l'opposto di André. Lei è alta e bella quanto lui è piccolo e
silenzioso, ma sono tuttavia due volti della stessa persona. La nostra
società ci crea enormi problemi perché se io mi guardo allo specchio
non vedo Brad Pitt ma mi devo comunque accettare”.
Il bianco nero del film non pare solo una scelta stilistica ma un elemento chiave nello sviluppo del racconto. ''Ho
scelto il bianco e nero perché il film è un racconto di opposti: bene e
male, alto e basso, chiaro e scuro, esteriorità e interiorità. Portare
sullo schermo un angelo, anzi un angela, mi ha permesso di interrogarmi
sulla nostra dualità, con una coppia di personaggi dicotomica: grande
vs piccolo, a proprio agio vs disagiato. I colori sarebbero stati
troppo crudeli per raccontare una città come Parigi''.
Spesso Luc Besson in Francia è vittima di feroci critiche. Non sempre i transalpini hanno apprezzato i suoi film: ''L'intellighenzia
parigina non ama i vincenti, non sopporta il rapporto privilegiato che
ho con il pubblico. Quando faccio film d'azione non li prende in
considerazione quando faccio un film più personale come questo si
chiede perché lo abbia fatto''.
Angel-a è irradiato soprattutto dalla luce della statuaria modella danese Rie Rasmussen filmata in tutto il suo splendore anche da Brian De Palma in Femme fatale. “Angel-a
ha compiuto altre missioni dalle quali ha ricevuto solo cappuccini,
croissant e sigarette adesso insegna ad André ad amare e accettare se
stesso attraverso l'amore per lei. Il mio personaggio è un'Anita Ekberg
con in più una missione da svolgere”.
Per gli appassionati di Besson l’importante è che il regista di Leon sia tornato. "Sono
tornato a girare qualcosa di più personale, per ricordarmi e ricordare
che ogni cineasta è innanzitutto un artista: non c'è bisogno di fare
sempre qualcosa di più grande, di voler conquistare il mercato a tutti
i costi".
NOTIZIE
Il sesso degli Angeli
A Luc Besson interessava far vedere l'angelo che c'è dentro di noi. E per farlo, dopo sei anni di pausa, il regista è tornato dietro la macchina da presa. Ci ha raccontato i motivi di questa scelta
12.04.2007 - Autore: Claudio Moretti