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Il regista di Contagious: “Ho mostrato il lato umano di Schwarzenegger”

Abbiamo intervistato Henry Hobson, autore dello zombie-drama che ha svelato un lato inedito dell'ex dio del cinema action

Contagious - Arnold Schwarzenegger

24.06.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Un vero zombie-drama. Questo è Contagious (alias Maggie), il film d'esordio di Henry Hobson, giovane regista britannico che viene dal mondo del graphic design e dei videogiochi. Nell'era di The Walking Dead, Hobson sfrutta al massimo l'atmosfera, mostra l'orrore al minimo e concentra tutto sulle performance di due protagonisti in grande forma, Arnold Schwarzenegger e Abigail Breslin. In particolare The Governator appare spogliato di tutto ciò che lo ha reso icona, le sue mille risorse, lo humour e l'invulnerabilità, nel ruolo di un padre disperato e consapevole che la figlia, morsa da uno zombie, sia destinata a morire presto. Non lo abbiamo mai visto così prima d'ora, e il merito va anche alla direzione di Hobson. “Il suo personaggio ha fallito come padre, ma Arnold non ha mai fallito nei suoi ruoli. Ho giocato con le aspettative del pubblico”. La nostra intervista al regista.


Il regista Henry Hobson.

Questo è il tuo film d'esordio. Ci puoi parlare un po' del tuo background?
Vengo dal graphic design, cosa che può sembrare strana, ma bisogna ricordare che anche Ridley Scott veniva da lì. Oggi altri registi hanno questo tipo di esperienza, come Rupert Sanders. È un percorso ben battuto, una sorta di porta sul retro di cui nessuno parla e che ti permette di entrare nel mondo del cinema. A me ha permesso di lavorare a Robin Hood, Rango e Sherlock Holmes. Ho anche diretto pubblicità di videogiochi e penso che questo abbia convinto i produttori che potessi gestire l'azione, la tensione e il dramma di una storia, perché nei miei trailer mettevo molta attenzione sul lato umano degli scenari apocalittici. E infatti subito dopo mi sono arrivate molte offerte per film di zombie, ma Contagious era quello che sentivo più giusto per me e che mi avrebbe dato la possibilità di raccontare un lato inedito del genere.

Un genere che è molto popolare e ha sempre un po' le stesse regole. Il tuo cerca di fare qualcosa di diverso e il risultato potrebbe essere definito uno “zombie-drama”. Sei d'accordo?
Assolutamente, è un dramma con tocchi zombie, prende un tema horror e applica un elemento umano forte. Tutti nella vita abbiamo dovuto affrontare il lutto e la disperazione; la novità sta nel chiedersi: “Cosa succederebbe se all'apice della disperazione per la perdita di un famigliare, quello tornasse in vita? Dovresti proteggerlo, spedirlo in quarantena, cercare una cura o eliminarlo?”. Una serie di domande molto attuali, se guardiamo l'isteria intorno all'epidemia di ebola.

A proposito di ebola, per rendere tutto più realistico avete ricercato tra le vere malattie per creare il look dei vostri zombie?
È stato un compito disgustoso, ma ho dovuto vedere diversi design di cadaveri per capire come sarebbero mutati nel corso del film, il tipo di ferite, la perdita di colorito, le vene infette e piene di veleno nero. Di solito, nei film di zombie, quando uno viene morso si trasforma all'istante e subito dopo è già decomposto, noi invece avevamo tempo perché il virus si propaga lentamente in Maggie, uccidendone i tessuti a poco a poco. Ho potuto usare una palette visiva molto più varia e accurata dal punto di vista medico.



Tutti stanno parlando del film come post-apocalittico, ma è sbagliato. Si tratta di un film che racconta cosa succede durante l'apocalisse. Sei d'accordo?
Sì, è l'inizio della fine, o la fine dell'inizio. Un lasso di tempo in cui le persone stanno ancora tentando di ricostruire le proprie vite, anche se l'apocalisse incombe su di loro. Succede così anche nelle zone di guerra, ad esempio in Siria. Vedi cose come un venditore di frutta e verdura che avanza in una strada completamente distrutta. Contagious parla di questo, di come l'umanità tiri avanti e tenti sempre di ricostruire. Siamo fatti così.

Parliamo dei protagonisti, Arnold Schwarzenegger e Abigail Breslin. Hai pensato subito a loro o avevi in mente altri attori prima?
La gestazione di Contagious è stata molto lunga, circa quattro anni. Inizialmente avevamo contattato Paddy Considine e Chloe Moretz, ma non siamo riusciti a trovare i fondi e li abbiamo persi. Circa un anno dopo il progetto è tornato in lavorazione e abbiamo scritturato Arnold e Abigail. Arnold l'ho scelto pensando al personaggio di Wade: nel film è un pilastro della comunità, un uomo forte e rispettato da tutti, e Arnold è questo anche nella vita. Ma Wade ha anche fallito come padre, mentre Arnold non ha mai fallito nei suoi ruoli, ha sempre avuto un piano. Mi piaceva l'idea di ribaltare quest'immagine, rigirare le aspettative del pubblico. Per quanto riguarda Abigail, lei era molto in alto nella mia lista di attrici. Quando stavamo iniziando a lavorare sul film non era disponibile, ma quando abbiamo trovato i fondi per fortuna si era liberata.

Per Schwarzenegger si tratta dunque di un ruolo molto diverso dal resto della sua carriera. Che tipo di indicazioni gli hai dovuto dare sul set per ottenere una performance del genere da lui?
Essendo io un esordiente, mi premeva instillare negli attori una certa sicurezza e l'idea che tutto fosse stato preparato nei dettagli. Uno dei mantra di Arnold è proprio la preparazione. Quindi ho creato per entrambi un libro in cui descrivevo passo per passo i personaggi, cosa avrei voluto nelle diverse scene, come volevo che fossero pronunciati i dialoghi principali, il loro arco narrativo e le loro backstory, le fasi della trasformazione in zombie. Volevo che entrambi avessero una base da cui partire ancora prima di iniziare le riprese, perché avevamo poco tempo per girare e questo mi ha permesso di arrivare sempre al punto della questione sul set, citando il libro. Ad esempio dicevo ad Arnold: “Ti ricordi quando abbiamo parlato di questo, della tua famiglia, eccetera...”. Arnold, essendo un padre, ha potuto facilmente immedesimarsi in Wade e capirne il dolore e la vulnerabilità.



Nonostante si parli di zombie, dal film sembra che l'umanità ce la farà a superare la crisi. Una cosa che, in questo genere, non si vede dai tempi dell'originale La notte dei morti viventi, in cui alla fine i cacciatori sparano agli zombie decimandoli. Sei una persona ottimista?
Non direi. Ma è vero, anche se il nucleo famigliare del film è alla disperazione, il mondo intorno a loro è ancora ottimista, c'è un senso di speranza nel film e l'idea che l'umanità possa superare tutto quello che le verrà incontro.

Per concludere, la nostra domanda di rito: che poster avevi in camera da ragazzo?
Pulp Fiction, Le Iene e Una vita al massimo, una bella trilogia tarantiniana. E poi Shining, un poster dei Monty Python e Il gabinetto del dottor Caligari, perché da adolescente ero in fissa con i vecchi film, di cui possedevo un'enorme collezione in VHS. Un gruppo di poster davvero bizzarro!

Contagious è distribuito in Italia da M2 Pictures.

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