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Il percorso creativo di Nana'
Il percorso creativo di Nana'
09.04.2001 - Autore: Maria Stella Taccone
Quanto è importante documentarsi nel suo lavoro?
\"Moltissimo. E sulla documentazione che nasce linvenzione e si sviluppa la fantasia. Oltre al gusto della ricerca, un ruolo importante lo gioca la passione. Essendo il nostro un mestiere di grande sacrificio, è infatti questa a fare la differenza\".
Qual è il suo percorso creativo?
\"Il punto di partenza è sempre la storia da raccontare. Il mio lavoro inizia con unattenta lettura della sceneggiatura. E da lì che si traggono le linee guida per cominciare ad operare, è da lì che nasce lispirazione. Buttata giù qualche idea si incontra il regista. Con lui si stabiliscono i traguardi da raggiungere e si discute il piano di lavoro. Si passa quindi alla realizzazione, cui segue la verifica sul set, il trucco, la scelta degli accessori, etc... Quella realizzativa è senza alcun dubbio la fase più impegnativa del processo creativo, perché, contrariamente a quanto si possa pensare, non termina con linizio delle riprese. Si continua infatti a far modifiche e ad inventare nuove cose fino allultima inquadratura\".
Cè un segreto per far sì che tutto funzioni alla perfezione?
\"Condizione necessaria è verificare di continuo il lavoro che si sta facendo. Quanto al segreto, credo stia nel mantenere una certa elasticità. Mi spiego meglio: bisogna essere capaci di non fossilizzarsi su certe scelte stilistiche e accettare di mettere in discussione le proprie idee, se questo può aiutare a migliorare la qualità dellinsieme. Insomma, senza tradire le proprie convinzioni artistiche, bisogna avere lumiltà di capire la sensibilità del regista e piegare il proprio talento alle sue esigenze. Questo perché è a lui che è affidata lorchestrazione dei vari elementi che compongono la pellicola, perché sua è la responsabilità del film nel suo complesso\".
Ritiene di avere dei maestri?
\"Più che veri e propri maestri potrei dire di aver avuto dei pigmalioni. Il primo fu Romolo Valli. Frequentavo ancora luniversità quando mi prese come sua assistente nella direzione artistica del Festival dei Due Mondi. Lavorando con lui scoprii la mia passione per il palcoscenico. Ebbi poi la fortuna di collaborare col grande Giorgio de Lullo, erede di Visconti, come assistente ai costumi per \"Così fan tutte\". Entrai quindi in contatto con il compositore tedesco Hans Werner Henze, fondatore del Cantiere Internazionale dArte di Montepulciano. Fu lui ad offrirmi la grande occasione, affidandomi i costumi e le scenografie del \"Didone ed Enea\" di Purcell. Era il 1980. L\'incontro col cinema avvenne invece sul set de \"La luna\" di Bertolucci, dove conobbi Vittorio Storaro\".
Registi, compositori, non l\'ha dunque influenzata nessun costumista?
\"Se questa domanda me lavesse fatta anni fa avrei risposto di no, ma maturando mi sono resa conto che, seppure a livello inconscio, la passione per il costume lho ereditata dai miei genitori, entrambi creatori di abiti di scena\".
Il fatto che in Italia si facciano raramente film in costume è connesso, secondo lei, agli alti costi di produzione di questo genere di pellicole o cè dellaltro?
\"I costi sono senza alcun dubbio un ostacolo reale, ma non credo sia questo il problema quanto piuttosto una diffusa resistenza di autori e produttori verso le storie ambientate nel passato. Si ritiene erroneamente che non abbiano appeal per il pubblico odierno, che non siano in grado di appassionarlo. Io non credo sia così, perché i sentimenti degli uomini prescindono dalle epoche storiche in cui sono vissuti ed il successo di molte pellicole doltreoceano lo dimostra\".
OLTRE IL CINEMA IL TEATRO E LOPERA
\"E attraverso le creazioni per il teatro e per lopera che ritrovo il piacere di sbizzarrirmi coi tessuti\".
Banco di sperimentazione della Cecchi resta infatti il palcoscenico, dove ha compiuto i primi passi nella professione e continua ad operare con successo.
In cosa differisce il lavoro per il teatro da quello per il cinema?
\"Più o meno si tratta dello stesso lavoro anche se nel realizzare i costumi per lopera e per il teatro bisogna adottare accorgimenti particolari, come tener conto della distanza cui un costume apparirà e del materiale da impiegare che non deve mai costringere troppo nei movimenti chi lo indossa, visto che il cantante o lattore lo indosserà per buona parte della messa in scena. Il cinema, per il fatto che lazione può essere spezzettata, permette invece di adoperare anche materiali pesanti\".
Cosa sta preparando al momento?
\"Sono alle prese con i costumi de \"Il Flauto Magico\" che andrà in scena il 13 giugno al Teatro Massimo di Palermo. La regia è di Roberto Andò con cui mi accingo anche a collaborare per un film giallo dambientazione contemporanea\".