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Il lato oscuro di Vivienne Westwood, arriva nei cinema il film odiato dalla stilista punk

La fashion designer catturata in tutta la sua complessità nel film Westwood. Punk. Icona. Attivista. L'intervista alla regista Lorna Tucker

22.02.2019 - Autore: Pierpaolo Festa
“Quello che dovresti lasciarmi fare è non farmi domande. Dovresti invece farmi parlare liberamente. Sarebbe troppo noioso altrimenti”. Pochi minuti del film su Vivienne Westwood sono sufficienti per capire con chi abbiamo a che fare. Al centro dell’inquadratura c’è una donna di 77 anni. Una fashion designer, un’imprenditrice, un personaggio complesso, complicato e tutt’altro che accogliente. Una donna della terza età che costantemente tira fuori il suo lato fanciullesco e la sua personalità prorompente. Tirannica quasi. Potremmo passare il resto di questo articolo a elencare attributi per descrivere la stilista britannica, ma il film Westwood. Punk. Icona. Attivista  diretto da Lorna Tucker, appena arrivato nelle sale italiane, non è quel genere di monumento al genio di un’artista. 

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Con poche inquadrature Tucker, documentarista che conosce benissimo questo mondo dato che un tempo anche lei era una modella, cattura immediatamente l’animo della sua protagonista e non ha paura di mostrare anche il suo lato oscuro: una crisi di panico artistica che si manifesta poco prima di una sfilata. In quel momento Vivienne Westwood diventa un vero incubo su due piedi per i suoi collaboratori, tutti terrorizzati dalla "follia" del loro capo. Chiunque lo sarebbe del resto, davanti alla possibilità non solo di perdere il lavoro all’istante, ma anche di essere umiliati durante questo processo. Con il suo film Tucker arriva a raccontare il genio Westwood passando dai suoi dubbi, dalle sue follie e perfino dalle tenebre. Una cosa è chiara: non siamo davanti a un film celebrativo. Anche perché è stata la stessa fashion designer a cercare di screditarlo con una campagna di umiliazioni in cui ha definito il lavoro di Lorna Tucker “mediocre”.
 
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Lorna è stato così scioccante vedere la reazione di Vivienne Westwood? Non credi che quando hai a che fare con una personalità così complessa, con una vera punk, ci si possa aspettare una reazione simile? 
Assolutamente. In tanti mi hanno detto che Vivienne non avrebbe apprezzato il film a meno che non lo avesse diretto lei. Devo confessare che ho affrontato le riprese con una ingenuità degna di un regista esordiente: “ma certo che le piacerà invece! – mi dicevo – Apprezzerà alcuni dettagli nascosti e tanti particolari”. Ho capito che a lei non frega nulla dei particolari: non è di certo una persona sottile. A lei piace colpire le persone in faccia. 

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Alla fine è andata esattamente come tutti avevano previsto.
La cosa che mi ha fatto più male è stato il tentativo di Vivienne e di suo figlio di diffamare il film e bloccarlo. Hanno chiesto al pubblico di non andare a vederlo, dicendo che non era un film onesto. Hanno cercato di massacrarlo. Ed è terribile perché fino a qualche tempo fa eravamo vicini. Parlavamo per telefono. Adesso non succede più.
 
Il loro odio verso il film però non ha funzionato. O forse ha funzionato al contrario: Westwood adesso esce in tutto il mondo. 
Sì, sta andando bene. E nonostante si tratti di un lavoro molto intimo, molto piccolo nelle dimensioni, questo film è in grado di ispirare le persone. È la cosa di cui vado più fiera.
 
Ispirare in che modo esattamente? Te lo chiedo perché abbiamo a che fare con un personaggio che fa di tutto per tenerci lontani. 
Ci sono anche tante qualità di questo personaggio che sono in grado di ispirarci. È sbagliato immaginarla in una gabbia dorata, o catalogarla come "genio" e basta. Di solito tendiamo a dividere le persone in “geni” distanti dalla nostra realtà o “persone normali”. Vivienne mi ha insegnato che tutti quanti abbiamo un genio dentro. Il punto è, quanto siamo disposti a lavorare sodo tirare fuori questo genio? Mi piace mostrare come dubiti costantemente di sé stessa: a tratti la vediamo insicura e perfino considerare di mollare tutto. Succede a tutti noi. Volevo fare un film su questo, sulla la normalità di sentirsi insicuri e vulnerabili. Vivienne Westwood di certo lo è.
 
Sin dall’inizio mostri la spigolosità del personaggio, il suo essere “poco simpatica”. È stato difficile dunque basare un film su una protagonista per niente accessibile?
Questo non è un film di propaganda. Questa donna non è interessata a parlare di sé stessa. Ho fatto il film perché volevo che il mondo vedesse che lei non è perfetta. Non la ho filmata perché è famosa o perché è una fashion designer. Credo che la sua storia possa essere di grande ispirazione. Il suo è un percorso difficile, la vediamo criticata, fischiata e a tratti la sua cattiveria viene fuori. Ma la vediamo anche non mollare mai la sua passione. Ama il suo lavoro al punto di rischiare di distruggere la sua compagnia per battersi in ciò in cui crede: sensibilizzare l'industria e la politica per la salvaguardia ambientale.



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Hai detto che tu stessa sei stata ispirata dalla sua figura.
Per quattro anni sono stata presa in giro per questa mia voglia di diventare regista. Avevo difficoltà a trovare fondi per i miei film e andare avanti. Ecco dove Vivienne mi ha ispirata: questo progetto è arrivato in un momento in cui stavo per abbandonare i miei sogni, seguire questa donna e raccontarla per come è veramente mi ha aperto gli occhi. D’un tratto lavoravo a questo film sapendo di non girarlo per profitto, era diventato un lavoro di passione. 
 
Quanto era vitale mostrare il lato oscuro di Vivienne Westwood? 
Era l’unico modo per fare il film. Sin dall’inizio ho detto a Vivienne che per raccontarla avrebbe dovuto invitare il pubblico dentro la sua anima. E quindi anche nel suo “dark side”. Credo fermamente che le celebrità possano salvare vite nel momento in cui mostrano le loro imperfezioni e la loro onestà. La più grande soddisfazione che questo film mi ha dato è stata la reazione di alcuni spettatori: ci sono state persone che sono venute a dirmi quanto questo lavoro li abbia ispirati a ritrovarsi. Un uomo di quarant’anni mi ha detto che aveva mollato la sua passione per la pittura e che il mio film lo ha incoraggiato a riprendere a dipingere. Sono state tante le difficoltà vissute durante questo lavoro e alla fine c'è stata una rottura con Vivienne. Ma con un film come questo credo che ne sia valsa veramente la pena. 

Westwood. Punk. Icona. Attivista è distribuito nelle sale da Wanted Cinema.