NOTIZIE

Il lato mostruoso di Benicio Del Toro

La nostra intervista al protagonista di The Wolfman. Ci ha raccontato le sue paure e le sue passioni per gli horror del passato e naturalmente il suo grande amore per Marcello Mastroianni!

The Wolfman - Benicio Del Toro

17.02.2010 - Autore: Pierpaolo Festa
Roma – Sullo schermo lo vediamo coi vestiti strappati, interamente ricoperto di sangue dopo aver passato la sua notte di plenilunio correndo per i tetti di Londra a squartare chiunque gli capiti sotto tiro. Di presenza invece, Benicio Del Toro è elegantissimo in abito attillato e anellone d’argento a forma di testa di leone. Quando lo intervistiamo in occasione della presentazione di “The Wolfman” (leggete qui la nostra recensione), il suo tono è molto calmo e gentile. C’è però una cosa che gli fa immediatamente sprigionare entusiasmo: “Ohh, Marcello Mastroianni è la mia passione! – ammette l’attore - Lo ricordo sempre in quella scena di “Otto e mezzo” in cui si confessa! O quando ne “La dolce vita” esclama: ‘Tu sei la casa!’. Cerco sempre di ispirarmi a lui”.

Benicio Del Toro

Benicio raccontaci come nasce la tua passione per l’horror…
Passavo tanto tempo con i miei cugini. Vedevamo i film con i mostri, li guardavamo nei Super 8: spesso si trattava di versioni rimontate di classici come “La sposa di Frankenstein” o “L’uomo lupo”. Non avevo paura, quei film erano muti. L’elemento fondamentale dei film di paura è proprio il suono. Ricordo quando anni dopo ho visto per la prima volta “Dracula” con Bela Lugosi in Tv. Si trattava solo di tre minuti di film, ma il modo in cui parlava Lugosi mi terrorizzò davvero! A poco a poco, invece, ho capito che in realtà facevo sempre il tifo per i mostri. Pensavo che fossero degli  incompresi. Tifavo per King Kong, per Frankenstein, per Dracula, per la Creatura della laguna nera. Pensavo che la gente non li capisse e non desse mai loro un’opportunità.

Hai deciso di produrre il film per avere più controllo creativo?
Volevo assicurarmi di fare un film che io avrei voluto guardare. Da attore puoi finire ad interpretare film che non vorresti mai guardare. Io sono stato fortunato: molti dei film che ho interpretato mi piacciono davvero. Fare il produttore vuol dire controllare, ma non nel senso di essere un tiranno. Dopo vent’anni di recitazione, ho pensato di essermi guadagnato l’occasione di poter dire qualcosa su una determinata storia.

Benicio Del Toro - The Wolfman

Come produttore hai avuto voce in capitolo anche sullo script? In The Wolfman si può leggere anche un riflessione contro la pena di morte e sul fatto che a volte l’uomo è la vera bestia...
Sì, devo dire che nel copione c’è una certa tendenza sociale. Ma quella fa parte della storia originale. Non sono stato io ad imporre allo sceneggiatore questa cosa, anche se io sono assolutamente contrario alla pena di morte… almeno fino ad oggi, non si può mai sapere. Grazie a Dio nessuno mi ha mai portato via i miei cari.

Di solito ti vediamo alle prese con ruoli oscuri: personaggi bui o ruoli da cattivo. Come mai queste scelte?
Il punto è che da attore non puoi decidere quali saranno i tuoi ruoli. Però con l’andare avanti ho avuto modo di scegliere e non è stato facile arrivarci. Perché mi danno questi ruoli? Forse per il mio aspetto, per il modo in cui gli altri registi mi vedono e per quello che io posso offrire ai personaggi.

Benicio Del Toro - The Wolfman

A parte sottoporsi a tutte quelle ore di make up, qual è stata la scena più difficile da girare?

Sapete, non si è trattata di una scena in cui sono lupo. Piuttosto le sequenze di tortura water-boarding, quelle in cui mi vedete in manicomio a testa in giù nell’acqua. A quei tempi facevano così perché credevano di aiutare veramente la gente. Non solo a quei tempi, sono certo che ci sono persone ancora oggi credono che sia così! Dovevo urlare nella scena e a quel punto l’acqua mi finiva dentro bocca. Tornavo su e non avevo più aria, mi sentivo ancora soffocare. Potete ancora vedere l’inquadratura con l’acqua che viene fuori dal mio naso.

Ritornando agli attori che ti hanno ispirato. Chi altro a parte Mastroianni?
Certamente Anthony Hopkins, con cui ho avuto l’onore di girare “The Wolfman”. I miei idoli sono sempre Bela Lugosi, Lon Chaney e Chaplin. Dei contemporanei mi piacciono Sean Penn, Willem Dafoe, Daniel Day Lewis, Javier Bardem, Philip Seymour Hoffman. E ho una passione per Jeff Bridges che ho adorato in “Crazy Heart”. Ho recitato con lui tanto tempo fa in “Fearless – Senza Paura” di Peter Weir. E lui era stato fantastico. E adesso lo è ancora e continua a mettersi alla prova.  E poi mi piacciono anche gli attori che passano dietro la macchina da presa: non solo Sean Penn, ma anche Clint Eastwood e Mel Gibson.

Benicio Del Toro, Emily Blunt, Anthony Hopkins

Hai definito “The Wolfman” il tuo dessert in una carriera composta da cinema indipendente. Come vivi Hollywood? Ti senti un outsider?
A Hollywood mi sento tranquillamente a disagio! (ride). Ho fatto pochissimi film da Studio. Forse in totale quattro: “The Wolfman” è uno di questi.  La verità è che Hollywood è tante cose. Non è soltanto il male che alcuni artisti descrivono, ma una macchina ben oliata sinonimo di grande lavoro. L’idea di una città che si dedica totalmente nel realizzare i film è incredibile. Potete dire che ultimamente Hollywood usa la stessa formula, però penso che un sistema così sia salutare. Sapete, per i ruoli in alcuni film indipendenti ho dovuto svolgere tutte le ricerche da solo. Salivo sugli aerei e dedicavo tanto tempo per prepararmi. Con gli Studios tutto è pronto subito. Posso dire che non mi piacciono alcuni film di Hollywood, ma non posso dire che non mi piace Hollywood. Perfino il film sul “Che” che ho girato col mio amico Steven Soderbergh, quella è una produzione di Hollywood. È anche vero che a volte Hollywood ha trattato male qualcuno: Charlie Chaplin, ad esempio. E io questo lo so bene e, infatti, rimango sempre dalla parte di Chaplin!

L’appuntamento nelle sale con “The Wolfman” è fissato per il prossimo 19 febbraio. La pellicola è distribuita dalla Universal Pictures.

Per saperne di più
La recensione di The Wolfman
Benicio Under the Make Up: L’attore parla delle ore di trucco con Rick Baker
Il trailer del film