Roma - In pratica funziona così: Sly Stallone è quello che parla di più, quello con la voce profonda. Bob De Niro, invece, è il timido di poche parole, ma gli basta un millesimo di secondo per accennare un sorriso e stamparsi in faccia l'espressione di tutti quei duri che ha interpretato in passato. Si ritrovano sullo schermo ne Il grande match, dove si prendono in giro, riproponendo una versione diversa – ma non troppo – dei loro campioni di pugilato Rocky Balboa e Jake “Toro scatenato” LaMotta . Insieme salvano il film grazie a una dose di autoironia, simpatia ma anche rimanendo attenti a non mettere troppo in ridicolo le icone che hanno incarnato in passato.
“Abbiamo tanta storia alle spalle – dice Sly – Questo film è stata l'opportunità di creare una combinazione interessante: un po' come accade nello sport quando si ritrovano due atleti dopo 45 anni. Tutti vogliono vederli, sanno già che non si tratterà del loro match migliore, eppure non possiamo perdercelo. Questa è la cosa più bella del nostro film: incentrarlo su un'unica opportunità. Perché sappiamo che non accadrà più”.
De Niro è più leggero al riguardo: “La verità è che più invecchi più ti senti rilassato. Le cose che ti importavano nel passato non sono più tra le tue priorità. Alla mia età vuoi divertirti. È questo che abbiamo fatto con Sly”. “Abbiamo iniziato le nostre carriere quasi nello stesso momento, ma non siamo mai stati competitivi – afferma Stallone – Mi ricordo ancora i cinema che proiettavano in contemporanea Rocky e Taxi Driver. Personalmente non credo che avrei avuto le abilità e la resistenza per fare quello che ha fatto De Niro nel corso della sua carriera. Bob ha osato molto più di me. Lui è più dinamico”.
Inevitabile riecheggiare Rocky e LaMotta: “Sicuramente c'è un po' di Rocky in questo personaggio. Forse soprattutto nei movimenti e nel modo di muoversi. Ma il mio Razor non ha gli stessi problemi di Rocky. Penso che i problemi di Rocky fossero molto più seri”. Eppure l'attore motiva fino in fondo la ragione della realizzazione del film: “E' possibile fare film molto emotivi quando li incentri sull'età di personaggi che vogliono fare la pace con il passato e correggere antichi problemi. Credo che questo sia uno dei temi più forti, ecco perché ci sono tanti film oggi che raccontano questa storia”.
Parlano come due saggi Sly e Bob: “Credo di essere un attore migliore oggi, più di quanto lo fossi trenta anni fa – continua l'ex Rocky – Perché in questo momento cerco di dedicarmi a storie emotive. Qualcosa che riesca sempre a farmi mettere in pratica la mia esperienza di vita. Guardando Bob ho notato che abbiamo caratteri completamente diversi. Lui è estremamente calmo. Al momento del ciak però fa uscire tutta la sua tensione. Io invece sono uno che gioca, scherza e brucia tanta energia. Così tanta che quando è il momento di iniziare sono già esausto”.
Il grande match, in uscita il 9 gennaio, è distribuito dalla Warner Bros.
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Il grande match tra Sly e Bob, una rimpatriata nostalgica
I due attori insieme sul ring riecheggiano in chiave humour Rocky e Toro scatenato
07.01.2014 - Autore: Pierpaolo Festa