Ci sono tante nature che hanno convissuto all'interno della figura del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Quella di un giovane pieno di grinta ed entusiasmo sebbene intrappolato nel corpo di un anziano, quella del politico che parla in primis ai giovani, del vecchio tifoso di calcio che esulta come un bambino ai Mondiali dell'82. Il burbero. L'uomo del popolo. E c'è anche un suo lato oscuro. Tutte componenti di una persona che se fosse ancora qui oggi, e assaporasse la rabbia che in lungo e in largo ha preso possesso del nostro Paese, si arrabbierebbe ancora di più.
"Diceva che 'la peggiore insidia è innamorarsi del potere' - afferma Graziano Diana, co-regista di Pertini - Il combattente insieme a Giancarlo De Cataldo - Oggi quel male di cui parlava è aumentato tramite i media e l'intervento dei social. La politica ha sconfinato totalmente nel narcisismo. Ripenso alle parole di Pertini, ci sarebbe un gran bisogno che questi discorsi venissero riaffermati anche oggi".
Cercacinema: vai alla scheda di Pertini - Il combattente per trovare la sala più vicina e l'orario del tuo spettacolo
"Diceva che 'la peggiore insidia è innamorarsi del potere' - afferma Graziano Diana, co-regista di Pertini - Il combattente insieme a Giancarlo De Cataldo - Oggi quel male di cui parlava è aumentato tramite i media e l'intervento dei social. La politica ha sconfinato totalmente nel narcisismo. Ripenso alle parole di Pertini, ci sarebbe un gran bisogno che questi discorsi venissero riaffermati anche oggi".
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Per raccontare la vita dell'ex Presidente non basta un classico biopic. D'altra parte un documentario didattico sarebbe l'ultima cosa da fare. Perché la sua vita deve essere come un film epico. E allo stesso tempo un dramma. Una commedia. Un action. Un film sentimentale più di tutti, quello di un uomo innamorato del suo paese al punto da convincersi di essere l'unico che poteva governarlo. Con il loro film, Diana e De Cataldo provano a tracciare un ritratto globale del presidente, in tutte le sue sfaccettature. Zone d'ombra incluse.
Ci si commuove durante la visione del film perché parla anche di un momento, forse l'ultimo momento, in cui il concetto di "identità italiana" era forte e chiaro.
Sì, il pubblico in sala piange. Per nostalgia. Ma lo fa anche per rabbia. Perché è un'identità italiana che lui ha saputo ricostruire. Pensiamo al momento di crisi che il nostro Paese stava vivendo: crisi economica, il Caso Moro, il presidente Giovanni Leone costretto a dimettersi in un clima da impeachment. C'erano scandali di ogni genere. Quando Pertini viene chiamato a ricoprire questo incarico si ritrova un paese a pezzi. La ripresa parte da quel periodo: l'ingresso negli anni Ottanta.
Si parla anche di un lato oscuro di Pertini. A un certo punto qualcuno crea un collegamento tra la sua figura e l'inizio del populismo in Italia, arrivando fino ai nostri giorni, e alle conseguenze estreme.
Si tratta di un "dark side" dovuto alla sua vicinanza al popolo. Non abbiamo voluto nasconderlo, anzi ci fa piacere che se ne parli. Raccontiamo una presenza carismatica che ha cambiato le regole del gioco, che ha rivoluzionato - per quanto riguarda il suo mandato - la carica del Presidente della Repubblica: non più un semplice garante della correttezza costituzionale, ma un uomo in grado di fare i fatti. Se vuoi raccontare questo personaggio allora devi abbracciarlo in tutte le sue nature. Non puoi fare sconti.
In una delle scene più memorabili del film, Eugenio Scalfari rivela un concreto tentativo di Pertini di farsi ricandidare come presidente attraverso l'appoggio del quotidiano La Repubblica...
Scalfari ci ha regalato una testimonianza piena di cose inedite: gli interventi di Pertini nel comitato redazionale di Repubblica, quelli di un presidente che voleva essere messo in vivavoce davanti a tutta la redazione. Da una parte non voleva dire addio a quel lavoro che lo aveva appassionato: tornare a fare il pensionato a quel punto un po' lo avrebbe fatto soffrire. Ma l'Italia è sempre stato un Paese difficile da governare, e credo Pertini abbia avuto timore di cosa sarebbe potuto accadere dopo di lui.
A un certo punto il film va alla ricerca dell'erede contemporaneo di Pertini. Non lo trovate. Anzi Paolo Agnelli afferma che "se ci fosse un erede, probabilmente lo troveremmo ai margini della politica"...
Ed è il commento più amaro del film. La verità è che non c'è una risposta precostituita. Però è vero che al momento se ci guardiamo intorno non troviamo nessuno come lui.
Pertini - Il combattente è distribuito nelle sale da Altre storie.
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