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Home Video: L'importanza di Monuments Men oltre ogni critica

Il film di Clooney esce in DVD e Blu-Ray, abbiamo intervistato l'autore del romanzo originale tornato a raccontare i soldati dell'arte questa volta impegnati in Italia

09.06.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
Oltre l'intrattenimento, oltre lo star-power, oltre ogni meccanismo di marketing hollywoodiano. Lì si trova la vera ragione di esistere di Monuments Men. Lo sa bene George Clooney che si è armato di determinazione e coraggio scegliendo di adattare il libro di Robert M. Edsel e tradurlo cinematograficamente nelle sua quinta regia per il grande schermo.

Sono passati quattro mesi dal suo debutto tiepido sugli schermi in patria e in Europa, adesso il film arriva in DVD e Blu-Ray con 20th Century Fox Home Entertainment. Per l'occasione Film.it siede a far colazione con Edsel, l'uomo a cui dobbiamo la conoscenza mainstream del reparto formato da questi volontari innamorati dell'arte, protagonisti silenziosi della Seconda Guerra Mondiale. Lo scrittore è tornato a raccontarli nel libro Monuments Men: Missione Italia (edito da Sperling & Kupfer), cercando di far luce sui loro tentativi di proteggere L'Ultima Cena di Leonardo Da Vinci e sulla ricerca della refurtiva artistica portata via dai nazisti nei castelli dell'Alto Adige.



"Questi uomini erano stati totalmente dimenticati - ci racconta l'ex imprenditore diventato "detective" della salvaguardia dell'arte - Quando facevo ricerche per il mio romanzo la gente negli USA non sapeva nemmeno di cosa stessi parlando". Quattro anni dopo quel romanzo è stato adattato da Clooney: "George è riuscito a convincere gli Studios della Fox e della Sony, condensando tutta questa storia in un film. Tutti i protagonisti di Monuments Men sono attori all'apice della loro carriera, ormai possono fare quello che vogliono: hanno scelto questo film perché sono stati contattati direttamente da George al telefono. Non c'è stato alcun passaggio attraverso agenti. Clooney ha detto loro che era pronto a scommettere all-in su questa operazione".
 
Sono passati settant'anni dalle imprese dei Monuments Men in guerra. Qual è l'eredità che hanno lasciato ai governi attuali?
Non troppa. Oggi ci sono gruppi di ufficiali militari che istruiscono i soldati su cultura e arte. Non si tratta di veri storici dell'arte né di curatori di musei che vogliono fare i volontari. Si tratta di veri soldati. Di certo la cosa mi fa piacere, ma la mia preoccupazione è alla radice: i soldati eseguono ordini, se non ci sono ordini dall'alto per la salvaguardia di monumenti, edifici e dipinti, allora non si muoverà mai un dito nell'esercito. 
 
Pensa a un evento in particolare?
Uno su tutti è quello accaduto in Iraq nel 2003 con il terribile saccheggio del Museo e della Biblioteca Nazionale. Sembrava quasi di essere tornati alla Germania nazista, quando i tedeschi si dissero: "Forse non vinceremo la guerra, ma saboteremo tutto per chi verrà a combatterci". Se all'epoca dell'attacco in Iraq avessimo avuto un presidente consapevole di quello che i Monuments Men avevano fatto durante la Seconda Guerra Mondiale, forse avremmo evitato parte di questa catastrofe, o comunque avremmo risvegliato la coscienza delle persone che avrebbero avuto più dettagli sui numeri di questi reperti.

Robert M. Edsel in compagnia di Matt Damon e Grant Heslov (produttore)

Crede comunque che il film possa avere il potere di sensibilizzare il pubblico?
La speranza è che possa essere visto tanto da politici quanto da elettori. Negli USA lo abbiamo proiettato perfino alla Casa Bianca una sera. Credo che il cinema sia ancora il più efficace messaggio globale che abbiamo a disposizione. La TV è troppo frazionata e ci sono troppi canali. Internet, i blog e i social media sono certamente interessanti, ma in parte fuori da ogni logica. Affidarsi ai social media nella speranza che qualcosa diventi virale è come salire su una macchina a tutta velocità senza avere a disposizione un volante. Quindi il cinema è ancora il mezzo più forte, quello che stimola tutti i sensi come nessun altro media riesce. 
 
Lei con i suoi libri ha dimostrato che ci sono tantissime altre storie sulla Seconda Guerra Mondiale che non vengono raccontate. Soprattutto al cinema...
Credo che i film ambientati nel passato spaventino Hollywood a morte. Perché l'industria del cinema americano punta soprattutto su un target di spettatori giovanissimi. Ventenni da intrattenere con spettacolo e grandi franchise come Star Wars e Il signore degli Anelli. Dunque come si fa a raccontare argomenti storici che in apparenza non hanno riferimenti con l'attualità? Monuments Men è proprio questo: solo in superficie sembra un film del passato, in realtà è attualissimo. Oggi soltanto pochi film su quel periodo vengono ricordati. Oltre Casablanca ovviamente penso a Schindler's List e ai film di Spielberg. La verità è che nemmeno Salvate il soldato Ryan è conosciuto tantissimo dai giovani: quando ho cominciato le mie ricerche per il libro sei anni fa, citavo come esempio "Ryan" e nessuno tra i più giovani lo conosceva. Questa cosa mi mette paura. 
 
Tornando al discorso potere del cinema qual è dunque il suo augurio in questa seconda vita di Monuments Men sia in letteratura che al cinema?
Che questo film continui a vivere e che porti la gente a dire: "Wow, chissà come sarebbe andata se tutte quelle opere fossero rimaste distrutte. Viviamo già in un mondo difficile, forse senza la cultura sarebbe stato veramente deprimente". Ecco mi piacerebbe che facesse pensare a come agire durante le guerre odierne. Te lo immagini, l'Europa sarebbe in una grande depressione senza musei, perché sono il motore principale del turismo. In Italia più che mai no? Oppure che fine farebbe la Grecia oggi senza il turismo?

Mi fa pensare a un'interessante conversazione avuta un anno fa con Costa Gavras che ci ha detto che "la cultura salverà il mondo dalla catastrofe". E' importantissimo ripeterlo.
E' vero, ma non solo. Perché vedi, la cultura è forse una cosa in movimento che entusiasma le persone. L'arte e l'architettura però sono cose inanimate e immobili. Sono come dei bambini di cui dobbiamo avere cura costantemente e che non bisogna mai lasciare da soli. La sopravvivenza di questi oggetti dipende dalle persone e dai soldi che a volte non vogliono o non possono spendere. Questi beni sono soggetti a tante minacce: le guerre, le crisi economiche, l'ambiente, i furti, i pazzi vandali. L'arte ha più nemici di chiunque altro. Puoi fidarti di governi e curatori dei musei, ma non funziona sempre: l'Italia ad esempio possiede una forte percentuale del patrimonio artistico dell'intera cultura occidentale, ma non ha abbastanza risorse per salvaguardarle. Abbiamo lo stesso problema negli USA dove non crediamo in un governo che finanzi le arti, piuttosto diventa tutto privato. Ecco dunque che ci sono persone come Della Valle che sponsorizza il restauro del Colosseo, Simonetta Brandolini e i Friends of Florence o l'associazione Friends of Venice che si occupa di Venezia. Persone che hanno le possibilità economiche di salvare l'arte. Non basterà solo parlare di cultura, ci vorranno sempre tante idee. 


Monuments Men è attualmente disponibile in DVD e Blu-Ray edito da 20th Century Fox Entertainment.

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