
Nel suo discorso ai BAFTA ha menzionato le mogli che supportano i mariti, vale anche per lei e Tim Burton?
Certo, anche io mi considero di supporto, ma adesso non è che voglio sviolinare troppo Tim!
A Berlino presenta anche “Toast”, una commedia agrodolce in cui la vediamo nel ruolo di una casalinga. Ci parli del suo rapporto con la commedia, dal momento che l’ironia è una delle sue qualità principali…
A dire la verità, mi sarebbe piaciuto fare più commedie. Si tratta di un genere che ho potuto sperimentare soltanto in questi ultimi anni, ruoli che adoro, perché è bellissimo trovare humour ovunque: la sfida col ruolo di Mrs. Potter in “Toast” era proprio quella di trovare qualcosa che la facesse apparire simpatica, perché sul copione non era proprio chiaro.

La sua Mrs. Potter è una donna delle pulizie: quanto le somiglia questo personaggio?
Direi che, da questo punto di vista, possiamo dividere la mia vita in prima e dopo questo ruolo. La mia famiglia sa bene che non ho mai avuto quel tipo di aspetti femminili. Sono stata molto viziata, anche perché ho vissuto tanto con i miei genitori. Quello che amo della recitazione è che si trova sempre il tempo di imparare qualcosa di nuovo: per prepararmi a questo ruolo sono andata al negozio a comprare detersivi e ho lavorato insieme a una donna delle pulizie, scoprendo le gioie di questo lavoro. Ti dà soddisfazione perché vedi subito i risultati.
E per quanto riguarda Helena Bonham Carter dietro ai fornelli?
Cucino spessissimo, altrimenti chi nutrirebbe la mia famiglia? Il mio cavallo di battaglia a tavola è l’agnello, una ricetta che ho imparato da mia madre: lo cucino con aglio e tanto pomodoro. La mia filosofia nel cucinare è “more is more”, quindi aggiungo tutto quello che posso in quantità industriale, per questo amo tanto le salse.

Nota qualche similitudine nei suoi approcci in cucina e sul set?
Beh, in entrambi i campi mi piace non essere mai prevedibile. A dir la verità, quando lavoro al cinema è come cucinare: all’inizio preparo gli ingredienti, faccio una lista e li scopro uno per uno. Per il ruolo di Mrs. Potter in “Toast” c’erano alcune cose che risaltavano agli occhi sin da quando mi hanno parlato del progetto: i colori accesi dei suoi costumi, il fatto che fosse una donna delle pulizie e che parlasse con l’accento di Birmingham. Eppure quando reciti non cucini da solo, sei sempre con altri e questo può migliorare il sapore artistico.
Ha ultimato le riprese di questo film qualche mese fa, a cosa altro si è dedicata ultimamente?
Ho smesso di lavorare per un po’ e mi sono dedicata a tempo pieno ai miei figli, frequentando corsi su come essere un buon genitore. Abbiamo avuto questioni da risolvere con i mio figlio e mia figlia: con loro mi sentivo un po’ come un poliziotto che continuava a dare ordini. Mi piaceva stare con loro ma non mi piacevo io, ero quella negativa. Questi corsi, chiamati Calmer Easier Happier Parenting, sono proprio utili. Dai ai tuoi figli l’amore, ma non è mai abbastanza, gli dai il tempo ma non è mai abbastanza. Adesso ho imparato a trasmettergli disciplina senza essere negativa, scoprendo queste “lodi di attenzione”: ogni volta che fanno qualcosa, fai notare di averlo visto e gli mostri il massimo dell’attenzione.

Il suo compagno ha frequentato con lei questi corsi?
Tim è venuto a fare il consulto per un’ora e mezza. Sapete, lui è molto più rapido di me! (ride)
Ci dica almeno se Tim Burton estende il suo genio anche in cucina…
Beh, mettiamola così: è fantastico a riscaldare il cibo!
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La recensione de Il discorso del Re