NOTIZIE

Falchi, videointervista al regista Toni D'Angelo: “La mia Napoli ispirata agli action di Hong Kong”

Un poliziesco che si rifà alla lezione del cinema di John Woo e prende una strada opposta a Gomorra: “Una storia universale ambientata a Napoli”. La nostra intervista

Falchi

27.02.2017 - Autore: Servizio di Marco Triolo, montaggio di Paola Schettino Nobile (Nexta)
“Questo è un film in cui non c'è Camorra. Un film che si focalizza sui sentimenti e le difficoltà umane dei protagonisti, che racconta una città utilizzandola come scenografia. Non è un film su Napoli ma a Napoli, non vuole giudicare la città. Napoli è un contenitore per raccontare una storia universale”.

 
Il regista Toni D'Angelo presenta così Falchi, il suo nuovo poliziesco ambientato nella città partenopea che, negli ultimi anni, è diventata sinonimo di Gomorra, il film ma soprattutto la serie tratta dal libro inchiesta di Roberto Saviano. Con cui Falchi condivide un attore, Fortunato Cerlino, qui nelle vesti di un poliziotto, e basta. Perché quello che intende fare D'Angelo, figlio d'arte del celebre cantante e attore napoletano Nino D'Angelo, è usare Napoli come sfondo per raccontare qualcosa di più universale e archetipico.
 
Ma, soprattutto, per fare del cinema di genere ispirandosi ai modelli che lo hanno appassionato, quei “melodrammi armati” provenienti da Hong Kong. Il cinema di Johnny To e John Woo rivive perciò in questo ennesimo tentativo di riportare in auge il cinema di genere nostrano.
 
In uscita il 2 marzo, Falchi è distribuito in sala da Koch Media.