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Due sigarette con Antonio Banderas

L'amore per la recitazione, quello per la moglie Melanie Griffith, quello per Pedro Almodóvar. Il protagonista de "La pelle che abito" ci racconta questo e molto altro...

Antonio Banderas

25.09.2011 - Autore: Pierpaolo Festa
Roma – “Avete presente il girotondo alla fine di ‘Otto e mezzo’ di Fellini? È così che mi vedo: penso a Zorro che tiene per mano Roberto, il protagonista de ‘La pelle che abito’. Accanto a lui c’è il gatto con gli stivali e poi c’è ‘Desperado’. Ci sono proprio tutti e io li amo” – dopo essersi acceso una sigaretta all’inizio della nostra intervista, Antonio Banderas non smette per un attimo di secernere passione e raccontarci tutto con un'extra dose di ottimismo e un pizzico di humour. “Il problema di molti attori è che si prendono troppo sul serio e sono determinati e ossessionati a lasciare un’impronta nella storia. Io preferisco essere uno che intrattiene il suo pubblico. Proprio come gli attori di un tempo che se ne andavano in giro con il carro e il pomeriggio recitavano una commedia e alla sera attaccavano con Shakespeare”. 

Banderas ci offre mezz’ora del suo tempo: da una parte ecco l’attore che ama gesticolare e fare le stesse smorfie che gli abbiamo visto fare centinaia di volte al cinema, dall’altra ecco l’uomo, interessante, intelligente e mai in modalità star. “Io continuerò a lavorare a Hollywood perché mi ha dato l’occasione di interpretare tutti quei personaggi e tutti quei film così diversi, ma devo dire che Pedro Almodóvar me lo tengo stretto nel cuore e sono felice di aver saldato ulteriormente il nostro rapporto professionale”.

Antonio Banderas a Roma per La pelle che abito

La pelle che abito” rappresenta il grande ritorno di Banderas davanti alla macchina da presa del regista spagnolo, a ventun anni da “Legami”: “Questo film fa parte di un genere che io chiamo… Almodovar! Adoro vedere Pedro all’opera, perché lui è uno che rischia e che non è mai cauto come i registi americani. Lui è uno in gamba, uno con le palle: l’unico a spingersi davvero oltre. Basta guardare il finale de ‘La pelle che abito’ per capirlo: ricordo ancora la soddisfazione quando l’ho visto per la prima volta al Festival di Cannes e ho sentito la gente farsi quella piccola risata nell’ultimo momento del film”.  Il cinquantunenne Antonio ci racconta la sua vita, la sua carriera e la sua pelle da sex symbol: “Questa cosa del latin lover è proprio curiosa. Mi lusinga, ma vi dico una cosa: non c’è un attore sulla faccia della Terra che interpreta più personaggi omosessuali di me! Eppure mi considerano ancora latin lover! La prendo con humour: sono fortunatissimo perché sto invecchiando bene, ho qualche ruga e comincio ad avere i capelli bianchi, ma lo accetto come una nuova avventura da esplorare”.

Antonio, in “La pelle che abito” interpreti un personaggio davvero oscuro con alcuni tocchi horror. Eppure, si dice che ti sei approcciato al ruolo del chirurgo plastico psicopatico come se fosse stato un normale medico di famiglia…
Proprio così. Avete presente la scena in cui lui tira fuori un kit di dildos per Vera? Quando leggevo la sceneggiatura mi dicevo: “Oh mio Dio Pedro… cosa fai?” e sorridevo. E quando l’abbiamo girata, più illustravo quegli oggetti, più mi sentivo come un dottore che prescriveva pillole: “Ne prenda due domani al mattino, una di pomeriggio e mi richiami!”.

Antonio Banderas e Pedro Almodovar sul set di La pelle che abito

E per quanto riguarda la sua follia e la voglia di vendetta?
Sapete, è strano. Quando abbiamo presentato il film a Toronto e in Inghilterra – e sono certo che succederà anche quando lo faremo in America – il pubblico si è sforzato di trovare una ragione nel comportamento del mio personaggio. Gli anglofoni sono così, vogliono una giustificazione per la pazzia e la buttano subito sulla vendetta. Per me non è così: la vendetta è il catalizzatore con cui il mio personaggio si avvia verso un percorso più dark e perde il controllo di tutto. In realtà questo geniale chirurgo finisce per innamorarsi e restare ossessionato dalla sua opera, dalla sua creazione. E' stato interessante esplorare la sottile linea tra l'artista e il mostro.

Quindici anni fa, hai interpretato un altro horror, “Intervista col vampiro”. Che ricordi hai di quell’esperienza?
Bellissimi ricordi, specialmente del lavoro svolto con Brad e del metodo di Neil Jordan, che è un grande sceneggiatore e regista. All’epoca non si facevano tanti film sui vampiri, il nostro li ha in un certo senso resuscitati. E guardate cosa succede oggi, continuano a spremere questo genere sempre di più.  

Parliamo, invece, dei film per famiglie: presto ti sentiremo parlare italiano ne “Il gatto con gli stivali”
È incredibile vedere il processo creativo dei film d'animazione. All’inizio mi mostrano alcuni schizzi. Poi mi fanno volare fino a San Josè nella Silicon Valley, dove leggo una prima versione del copione di fronte a quattrocento persone che lavorano ai disegni del film. Quando finisco di leggere ogni scena, mi fanno un sacco di domande. Un paio di mesi dopo arriva una nuova stesura del copione modificato anche secondo le mie opinioni. Registro la mia voce, e quello accade prima ancora che vengano animate le scene. La cosa bella è che in camera di registrazione mi danno alcuni oggetti e mi filmano con tre videocamere: io ho sempre il mio cappello e la mia spada di plastica, quindi posso davvero recitare.

Antonio Banderas e la moglie Melanie Griffith

A proposito di famiglia, sono quindici anni che sei sposato con Melanie Griffith. Qual è il segreto della vostra relazione dal momento che, si sa, a Hollywood è tutt’altro che facile…
Il segreto? Che ci amiamo! Dopo tutti questi anni ci amiamo tantissimo. Quando ci siamo conosciuti è stato un colpo di fulmine: eravamo appena usciti da relazioni che non avevano funzionato. Nella vita continui a cambiare, ma devi tornare sempre alle sensazioni dei primi sei mesi o del primo anno con la donna che ami. Questo è il segreto. Se ami, sei onesto. Libero. Sicuramente tutto il resto è complesso, ma l’amore è sempre lì, al centro di tutto. 


"La pelle che abito", in uscita il 23 settembre, è distribuito dalla Warner Bros.

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L'incontro a Cannes con Pedro Almodovar