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Dove non ho mai abitato, Paolo Franchi presenta a Roma il suo melodramma ‘contemporaneo’

Un film antico e moderno al tempo stesso con protagonisti Emmanuelle Davos e Fabrizio Gifuni

Dove non ho mai abitato

Dove non ho mai abitato

06.10.2017 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Conferenza stampa movimentata a Roma per la presentazione di Dove non ho mai abitato, nuovo film di Paolo Franchi, già regista delle pellicole E la chiamano estate e Nessuna qualità agli eroi. Durante l’incontro erano presenti il regista e gli attori protagonisti Fabrizio Gifuni e Isabella Briganti insieme ai produttori del film. Grande assente invece l’altra protagonista del dramma, l’attrice Emmanuelle Devos


 
“Un film in costume e romanzesco ambientato oggi – ha spiegato Franchi – che nasce da tante ispirazioni, più letterarie che cinematografiche, come i racconti di Cechov, i romanzi di Henry James e il cinema americano degli anni ’60”. 
 
Dove non ho mai abitato racconta la storia di Francesca, una donna italo-francese che da anni vive in Francia con il marito e che torna a Torino per accudire il padre malato ed ex archistar Manfredi (Giulio Brogi). Nel capoluogo piemontese viene poi coinvolta controvoglia e sul volere del padre nel progetto di ristrutturazione di una casa insieme al delfino di Manfredi, Massimo (Fabrizio Gifuni), liberando così antiche passioni assopite. 

 
Franchi ha colto l’occasione per parlare sia del film che della propria esperienza di regista, non risparmiando commenti sinceri e affilati sui suoi vecchi distributori: “Mi sono trovato malissimo in passato con Valerio De Paolis (ex BIM)”. 
 
Anche il rapporto con l’attrice protagonista non è stato dei più semplici. “Emmanuelle e Paolo non si prendevano – ha raccontato il produttore Agostino Saccà -. Ho avuto persino paura che lei se ne andasse. A un certo punto una sera, mentre giravamo a Torino, ho visto che Emanuelle si era rilassata, era un’altra. Le ho chiesto cosa fosse successo e lei ha detto: ‘Franchi è un grande regista. Raramente sono stata così ben diretta. Appena ha dato il ciak mi sono totalmente rilassata e affidata alle sue mani’”. 
 
La pellicola racconta in parte le tante le sfaccettature dell’eros tra rapporti che si basano sulla passione sessuale e altri esclusivamente fondati sul senso di sicurezza e stabilità. La parola passa quindi a Fabrizio Gifuni: “Io e il personaggio di Isabella (Briganti ndr) abbiamo un rapporto dove consapevolmente ci teniamo a giusta distanza. Quello che personalmente mi ha conquistato di questo film è uno sguardo molto caldo è pieno di compassione verso la fragilità di questi personaggi”.

Tuttavia nel film c’è anche tanta malinconia. Il perché lo spiega Saccà: “Ho voluto fare questo film perché mi ricorda Il fascino discreto della borghesia. Erano anni che l’impotenza della borghesia, in questo film è impotente di fronte all’eros, non veniva raccontata. Il problema che abbiamo come mondo occidentale è che l’élite è impotente e incapace di prendersi le proprie responsabilità”. Nel film è inoltre molto presente il tema dell’architettura. “Il mestiere dell’architetto - ha raccontato il regista - mi è sempre interessato. Lo trovavo un lavoro simbolico e metaforico per raccontare la storia di qualcuno che costruisce qualcosa per gli altri, ma non per se stesso”. 
 
Infine, la chiosa ironica di Saccà: “Franchi a un certo punto voleva un cachemire otto fili per Gifuni. Gli ho detto di no, che non potevamo spendere mille euro per un maglione e che gli otto fili non vengono comunque letti dalla camera. La sua risposta mi ha spiazzato: ‘La camera non li legge di certo, ma Gifuni sì. E se li sente addosso’”.

Dove non ho mai abitato, in uscita il 12 ottobre, è distribuito da Lucky Red.