Denzel Washington e il cast de I Magnifici 7 a Venezia: "Il vero West era multietnico”

Nell’ultima giornata del Festival di Venezia, le star non mancano. Denzel Washington e Chris Pratt sono approdati al Lido per presentare I Magnifici 7 insieme al regista Antoine Fuqua. La sala conferenze della Mostra è pienissima quando il trio appare, con un lieve ritardo, per rispondere alle domande della stampa. Che, come prevedibile, sono principalmente indirizzate ai due attori e incentrate sul messaggio del film: che l’America, anche nel 1879, era un luogo multietnico.



LEGGETE LA NOSTRA RECENSIONE DE I MAGNIFICI 7.

 

“Il nostro film riflette in maniera più onesta quello che era il mondo del west, della frontiera – spiega Washington – Gli uomini e le donne che andavano alla frontiera doveva sopravvivere solo grazie alla pistola e alla propria forza. Non erano certo considerati tutti uguali, ma c’erano decisamente più possibilità che nel sud degli Stati Uniti”. “Era molto importante che il film fosse contemporaneo – interviene Fuqua – I Sette Samurai è un film ancora oggi attuale, non è cambiato niente e c’è sempre chi si approfitta dei poveri. Serve sempre gente forte che dia una mano, che serva gli altri – e questo è proprio il significato di Samurai, ‘servire’”. 

 

“Ogni bambino sogna di essere un cowboy – confessa Pratt – Io mi sono innamorato del western da adulto e ho visto i film di Sergio Leone negli ultimi sei o sette anni. Questa mia passione ha coinciso con la realizzazione di questo film e dunque per me rappresenta un sogno diventato realtà”. “Mio padre era un pastore e al cinema ci permetteva solo di vedere cose come Il re dei re e I dieci comandamenti, perciò non sono cresciuto col western – rivela invece Washington – Vedevo tutt’al più Bonanza in TV. Ma certamente anche io da bambino giocavo a cowboy e indiani e poter interpretare un pistolero nero, vestito di nero, che gira a cavallo e spara a destra e a manca è come tornare bambino. È mi hanno pure pagato per farlo!”. Al di là delle battute, Washington riflette seriamente sul suo ruolo di star del cinema: “Prego sempre, chiedo perdono per i miei errori. Per me questo lavoro è più che fare film. Una persona prende da un film ciò che è disposta a dare. Questo cerco sempre nei personaggi che interpreto: di metterci l’anima”.