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Asif Kapadia presenta Diego Maradona, il film evento arriva in Italia per soli tre giorni

Il regista, ospite al Biografilm Festival, rivela come sia riuscito a guadagnarsi il rispetto del campione. E a farlo parlare anche del suo lato oscuro

10.06.2019 - Autore: Pierpaolo Festa
"Hai fegato nel farmi certe domande. E per questo ti rispetto". In questo modo il regista Asif Kapadia è riuscito a far parlare Diego Armando Maradona a proposito dei trionfi ma anche della sua vita piena di scheletri nell'armadio. "Quando lo ho intervistato - racconta il regista - gli facevo una domanda e lui partiva per la tangente parlando di altro per diversi minuti. A quel punto allora lo fermavo e gli dicevo: 'non stai rispondendo alla mia domanda'".  Era in quel momento che El Pibe de Oro si fermava e, in pieno rispetto per il suo interlocutore, rispondeva. 
 
Kapadia è il regista che ha portato in scena gli interessanti documentari Senna (2010) e Amy (2015). A differenza del film sulla leggenda della Formula 1 e sull'autodistruttiva musicista Winehouse, il nuovo lavoro, intitolato Diego Maradona, racconta un personaggio ancora in vita. Il film è stato recentemente presentato fuori concorso al Festival di Cannes. In Italia comicia il suo tour al Biografilm Festival e lo vedremo in sala per soli tre giorni con un'uscita evento programmata per i prossimi 23, 24 e 25 settembre. "In realtà i temi del film possono far pensare a un mix tra Senna ed Amy - dichiara Kapadia quando Film.it lo incontra a Bologna - Sono storie di celebrità e delle loro battaglie interiori. Maradona, però, è un personaggio diverso. E lo racconto in maniera diversa, soprattutto perché potevo guardarlo in faccia mentre lo studiavo".

Kapadia parla del tema centrale del film, la lotta tra "Diego" e "Maradona". Una specie di caso di "doppia personalità": da una parte un uomo adorato e simbolo di un'intera nazione, dall'altra un essere umano che per bisogno di sentirsi amato è anche attratto dall'oscurità. "Volevo raccontare il momento più alto del suo trionfo e il successivo e immediato inizio del declino: quello in cui cominciano i problemi a Napoli. I figli avuti da altre relazioni, la droga, gli effetti e i risultati".
 
Undici anni fa ci aveva già pensato Emir Kusturica a raccontare il mito di Maradona in un altro documentario, anche quello presentato sulla Croisette: "Pensateci, è incredibile: due film sullo stesso personaggio. Ancora vivente. Ed entrambi presentati a Cannes. E' proprio una cosa singolare. Non credo che a Cannes sia mai successo prima! Non escludo che ce ne sarà un terzo. Magari qualcuno un giorno ci farà una serie TV e sarà presentata sulla Croisette". 

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Kusturica se ne andava in giro con Diego come se fossero due vecchi amici, Kapadia invece lo ha individuato a Dubai ed è riuscito a intervistarlo in un'atmosfera alla Frost/Nixon. Un'intervista di nove ore. "Ci sono voluti tre anni per fare il film - dichiara il regista - L'accordo contrattuale iniziale era quello di fare con lui tre interviste. Ognuna sarebbe durata tre ore. Era difficile e costoso andare a trovarlo a casa sua a Dubai. Ma alla fine ho portato a casa nove ore di intervista con lui". Una volta ritrovatosi davanti al campione, il regista aveva due tipi di domande: "C'erano quelle più 'tranquille', e quelle più difficili da porre. Ho iniziato con quelle tranquille, chiedendogli per esempio della ex moglie. La risposta è stata: 'non ne voglio parlare, non chiedermi mai più di lei'. Allora gli ho fatto la seconda domanda 'tranquilla' sul suo ex manager. Stesso tipo di risposta: 'è un ladro, ha rubato i miei soldi'. Così è cominciato il nostro dialogo. Alla fine comunque tutti i voiceover che sentite nel film provengono proprio dalla mia intervista con Diego. Siamo riusciti a parlare di tutto: dei figli, della relazioni, della dipendenza. Di tutto ciò che era importante". Kapadia non ha problemi a rivelare il suo segreto: "Non parlavo spagnolo. E nessuno ha potuto dirmi cosa dovevo o non dovevo chiedere. Mi sono sentito libero".  

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Il nuovo film su Diego Maradona si concentra dunque sui sette anni che il calciatore ha passato a Napoli: "Il problema nasce dopo che l'Argentina vince la Coppa del mondo nel 1986, quando Maradona non riconosce un figlio illegittimo. 'è tuo figlio questo ragazzo?' - gli chiedono. Lui risponde in maniera poco chiara: 'io conosco tante persone'. In quel momento il suo sorriso, e la sua felicità escono di scena. Come se ci fossero due Maradona diversi, dovrebbe essere felice, ma non lo è. Ecco dunque un eroe che regge la nazione sulle sue spalle, ma che è anche un uomo molto vulnerabile. Spesso si ritrova in situazioni in cui è in conflitto con sé stesso oppure si fa semplicemente male con le sue dipendenze". 

Diego Maradona sarà distribuito in Italia il 23, 24 e 25 settembre da Nexo Digital e Leone Film Group. 
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