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Regression, Intervista ad Amenábar: "Il mio thriller satanista ispirato a L'esorcista e Hitchcock" 

Il regista esplora gli orrori dell'America rurale affidandosi a Emma Watson ed Ethan Hawke come protagonisti.

Regression, intervista ad Alejandro Amenabar

02.12.2015 - Autore: P.F. (Nexta)
Sono passati sei anni dall'ultima volta che abbiamo visto un lavoro di Alejandro Amenábar al cinema. Il regista premio Oscar per Mare dentro ci aveva lasciati con la storia di Ipazia nell'interessante Agora. Sei anni dopo è tornato con un thriller psicologico che sconfina nell'horror, intitolato Regression, un film sulla paura e su come sia facile farsi contagiare da questa.
 
"Non sono un tipo così tanto creativo - confessa Amenábar - Non riesco a girare un film all'anno come fa Woody Allen. Ho sempre voluto fare il regista, e all'epoca pensavo che avrei fatto tanti film, che sarei diventato un po' come un mercenario! Poi ho capito che devi avere qualcosa da dire altrimenti non riesci a essere coinvolto con un progetto. Perché alla fine ci vogliono anni per realizzare un film. Ecco dunque il motivo di questa lunga pausa".


Ispirato a fatti realmente accaduti, Regression è ambientato in una piccola comunità del Minnesota dove una ragazza cerca rifugio in una chiesa (la interpreta Emma Watson di Harry Potter) in fuga dall'orrore. A proteggerla c'è un detective incaricato di investigare sul suo passato (Ethan Hawke nuovamente alle prese con un ruolo oscuro). Più la storia va avanti, più scopriamo che tutto ha a che fare con satanismo e abusi sessuali. A quanto pare la ragazza è stata violentata dal padre: l'uomo confessa ma in realtà non ha alcun ricordo di quello che ha commesso. Ecco perché il poliziotto arruola uno psicologo (l'attore David Thewlis) che usa la terapia della regressione: un'ipnosi in grado di far rivivere i ricordi. 
 
In passato ha esplorato il thriller psicologico con Apri gli occhi, e l'horror con The Others. Con Regression ha deciso di mettere insieme i due generi. Come mai dedicarsi al satanismo? 
Sentivo di nuovo il bisogno di fare un film di suspense. Sin da prima di Agora ho cercato di pensare a ogni tipo di storia: quando si parla di horror le cose che vengono in mente nell'immediato sono le storie di psycho killer o quelle sui fantasmi. Avevo già fatto entrambe le cose. Quindi ho pensato a Satana e ho capito che se avessi trattato un tema standard sul diavolo avrei fatto un film noioso. Quando ho letto del legame tra riti satanici e abusi sessuali negli USA, ho capito che avrei potuto fare una storia interessante. Ero molto sorpreso di quanto poco ne sapessi al riguardo. 
 
Qual è dunque il suo punto di vista su questa terapia che ci presenta nel suo film: la regressione...
Che tutti possono commettere errori! Mi piaceva molto raccontare una storia in cui due forze opposte come scienza e religione fossero costrette ad allearsi per risolvere il puzzle. Il film mostra un unico caso ma riflette veri fenomeni che hanno luogo negli USA. A un certo punto notiamo che tutti commettono degli errori, perfino il detective protagonista scopre che l'unico modo attraverso il quale può arrivare alla verità è ammettere di aver commesso uno sbaglio. Parliamo di paura, e sottolineiamo un aspetto: quando la paura ti acceca e non ti lascia pensare in maniera chiara. Dunque liberatene per risolvere il problema. 


 
Poco fa diceva "sentivo il bisogno di fare una storia piena di suspense". E' interessante: come mai ci piace essere spaventati dai film?
E' stato Ethan Hawke a dirmi un giorno sul set: "Mi piace questo film perché è un horror, ma allo stesso tempo tocca a noi superare le nostre paure". Da ragazzino ero sempre impaurito: avevo paura di Satana e dei fantasmi. E della morte ovviamente. Allo stesso tempo però non smettevo di guardare gli horror. Li adoravo. Fare questi film è sempre stato un modo di liberarsi di queste paure. 
 
Fede e riti satanici. Vuole che le persone escano dalla sala e pensino alla religione?
Non sono religioso, ma ho avuto un'educazione cattolica. Ho fatto altri film basati su questioni religiose e ho girato The Others quando ero agnostico. In Regression sentiamo la presenza della Chiesa che ha ancora grande potere nell'America rurale. La presenza della Chiesa e l'idea del diavolo. 
 
Possiamo dire che Regression è la sua vesione de L'esorcista? 
Guardo sempre i film perché è il mio passatempo preferito. Mi sono ispirato ai film degli anni Sessanta e Settanta, e dunque sì, pellicole che amo come Rosemary’s Baby, L'esorcista, Tutti gli uomini del presidente e Il maratoneta. Alcuni erano interpretati da personaggi di cui non sapevi nulla. Non ti era concesso conoscere il loro passato ma allo stesso tempo capivi tutto su di loro. E' una cosa hitchcockiana e volevo riprodurla nel mio film. 


 
Ha scelto Emma Watson come protagonista del suo film. Mi piacerebbe capire quanto questa attrice che conosciamo per ruoli solari sia stata disposta ad oscurarsi sul suo set...
Ho subito capito che Emma è un talento incredibile: è inglese e non aveva niente a che fare con quell'ambiente, quindi arruolarla come protagonista sarebbe stata una scommessa forte. Pensavamo che ci dicesse di no e invece ha accettato: si è sentita chiamata da questo personaggio. Averla con noi è stata un'emozione e ho scoperto che è una persona molto intelligente, in primis per come è in grado di gestire questa cosa enorme del successo che ha ottenuto sin da quando era bambina. 

Regression, in uscita il 3 dicembre, è distribuito da Lucky Red. Ecco il trailer