
Top Ten: i grandi film più incompresi

Dieci classici incompresi alla loro uscita
Ci sono casi in cui i grandi capolavori del cinema vengono subito riconosciuti per le opere rivoluzionarie che sono, diventando veri e propri fenomeni culturali e di costume capaci di catalizzare incassi e apprezzamento della critica. Altre volte, invece, possono non venire compresi dalla critica o fallire clamorosamente al botteghino solo per rialzarsi col tempo e diventare cult grazie all'home video o al passaparola. American Sniper di Clint Eastwood (vincitore di un Oscar) è un caso recente di film che, pur avendo scosso il box office internazionale con incassi da capogiro, è stato accolto freddamente da molta critica che lo ha visto, erroneamente, come un esempio di cinema reazionario. Diamo insieme uno sguardo agli altri casi analoghi nella storia del cinema.

Quarto potere (1941)
Sembra incredibile che l'opera oggi considerata da molti come “il miglior film mai fatto” sia stata un fallimento di pubblico e critica. Quarto potere vinse un Oscar per la sceneggiatura, ma anche alla cerimonia si udirono i “boo” del pubblico. Per Orson Welles si trattò del primo di una serie di flop che ne minarono costantemente la carriera.

La vita è meravigliosa (1946)
Uno dei più grandi classici di Frank Capra, La vita è meravigliosa è oggi considerato il perfetto film natalizio e una delle storie più commoventi di tutti i tempi, ma alla sua uscita fu considerato troppo sdolcinato dalla stampa e il pubblico lo ignorò. RKO Pictures ci perse 525 mila dollari nonostante le cinque nomination all'Oscar. Nel 1974 divenne di pubblico dominio e le televisioni iniziarono a trasmetterlo svariate volte l'anno, e da lì partì la rivalutazione.

Psycho (1960)
Come spesso accade ai film troppo avanti rispetto al periodo in cui escono, Psycho venne incompreso da buona parte della critica che lo vedeva come niente più che un B-movie violento e fine a se stesso. Alfred Hitchcock, comunque, fu sottovalutato per buona parte della sua carriera ma se ne preoccupava poco: d'altra parte, Psycho, come molti suoi film, fu un grande successo di pubblico.

Il salario della paura (1977)
Una lavorazione complessa e disastrosa sotto molti aspetti (attori sostituiti all'ultimo, conflitti sul set, tempo inclemente) per quello che oggi viene giustamente visto come uno dei capolavori degli anni '70 e un film che non ha nulla da invidiare ai due più famosi di William Friedkin, L'esorcista e Il braccio violento della legge. Eppure la critica non se ne accorse, stroncandolo e accusando il regista di aver fatto il passo più lungo della gamba. Costato circa 22 milioni di dollari, ne incassò 9 nel mondo. Oggi è finalmente tornato in home video in una versione restaurata (vista a Venezia) che però ancora deve uscire in Italia.

I cancelli del cielo (1980)
Come nel caso de Il salario della paura, anche I cancelli del cielo è tornato da poco in una versione restaurata vista in anteprima a Venezia. Era ora che lo straordinario (e lunghissimo) anti-western di Michael Cimino risorgesse a nuova vita e si scrollasse di dosso il peso di uno dei più clamorosi fallimenti di tutti i tempi: incompreso da pubblico e critica, il film portò la United Artists sull'orlo della bancarotta e di fatto chiuse l'era della New Hollywood, perché gli Studios da allora persero fiducia nei progetti portati avanti dagli autori.

Shining (1980)
Pare impossibile ma anche Stanley Kubrick ha avuto la sua fetta di rimproveri dalla critica più miope. Shining ebbe un discreto successo al botteghino, ma la stampa lo accolse freddamente. Variety sostenne che l'adattamento aveva eliminato “tutto ciò che c'era di terrificante nel best-seller di Stephen King”, e lo scrittore era d'accordo. Shining fu persino nominato alla prima edizione dei Razzie Awards per la peggiore attrice (Shelley Duvall) e il peggior regista...

La cosa (1982)
Anche John Carpenter, come Orson Welles, è uno di quei registi eccelsi ma sfortunati. La cosa, uno dei suoi massimi capolavori, era la tanto attesa reunion con la star del suo precedente successo 1997: Fuga da New York, ovvero Kurt Russell. Eppure fu un fiasco, anche di critica, forse a causa dell'uscita quasi contemporanea di E.T. - L'extra-terrestre, che orientò il pubblico verso un tipo di alieno diametralmente opposto al mostro sanguinario del film di Carpenter. Col tempo è diventato un cult, e oggi è considerato alla stregua di Alien nel genere horror sci-fi.

Blade Runner (1982)
Che dire di uno dei film di fantascienza più importanti del secolo scorso? Blade Runner è il secondo capolavoro di Ridley Scott dopo Alien e ha segnato per sempre il genere grazie alle scenografie metropolitane ideate dal designer Syd Mead e ispirate a Metropolis e alla rivista Metal Hurlant. Al cinema, però, faticò a trovare pubblico e fu soprattutto grazie all'home video – e all'uscita del director's cut di Scott – che Blade Runner si impresse nella memoria collettiva.

Fight Club (1999)
Cult generazionale, Fight Club di David Fincher fu però un flop in USA, dove incassò metà del budget (ma recuperò a livello internazionale). La critica lo giudicò un film pericoloso intriso di violenza grauita, perdendone completamente di vista il messaggio anti-consumistico. Oggi viene visto come uno dei film migliori di Fincher e degli anni '90.

Donnie Darko (2001)
Uscito in USA poco dopo gli attacchi dell'11 Settembre, Donnie Darko fu un fiasco al botteghino. Dopo la distribuzione in DVD nel 2002, il Pioneer Theatre di New York iniziò una serie di proiezioni di mezzanotte che trasformarono il film di Richard Kelly in un fenomeno, poi esportato nel resto del mondo. La carriera di Jake Gyllenhaal ringrazia.