
Aspettando Independence Day 2: l'evoluzione dei dischi volanti al cinema

L'evoluzione dei dischi volanti al cinema
Gigantesche astronavi solcano i cieli americani e avvolgono le città in un'ombra di morte. Accade all'inizio di Independence Day, il classico anni '90 di Roland Emmerich che compie quest'anno 20 anni. In attesa di vedere al cinema il sequel Independence Day: Rigenerazione (previsto per il 23 giugno), ripercorriamo la storia dei dischi volanti al cinema, scoprendone l'evoluzione in 60 anni di fantascienza.
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Ultimatum alla Terra (1951)
Un film con tematiche all'avanguardia Ultimatum alla Terra, capolavoro della fantascienza anni '50 diretto da Robert Wise. Gort, aiutato dal robot Klaatu, atterra sul nostro pianeta per avvertirci di piantarla con le guerre, pena l'annientamento da parte degli altri popoli dell'universo. Qui troviamo uno dei primi dischi volanti del cinema americano, un oggetto dal sapore decisamente classico.

La guerra dei mondi (1953)
Il classico La guerra dei mondi di Byron Haskin è un primo passo verso una decisiva evoluzione nel look delle astronavi aliene. La produzione, a causa dei problemi nel costruire i famosi "Tripodi" del romanzo di H.G. Wells, si orientò su navicelle volanti (ma in realtà mosse da tre gambe invisibili) che nell'aspetto ricordavano le mante.

La Terra contro i dischi volanti (1956)
Altro classico della fantascienza anni '50, La Terra contro i dischi volanti è un caso di titolo onestissimo: questo annuncia e questo vi dà. Con in più quel gusto della distruzione di monumenti storici (come il monumento a Washington) che avrebbe fatto la fortuna dei disaster movie. Il look dei dischi volanti è più classico che non si può.

Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977)
Uno dei capolavori assoluti di Steven Spielberg, Incontri ravvicinati del terzo tipo ci mostra piccoli UFO delle fogge più variegate, prima di darci il colpo di grazia con un'astronave madre passata alla storia. Nel finale la vediamo librarsi nei cieli del Wyoming sulle note di "When You Wish upon a Star" di Pinocchio rivisitate dal genio di John Williams. Pura magia.

Explorers (1985)
Joe Dante firma uno dei classici del cinema per ragazzi anni '80, pescando a piene mani dall'immaginario della fantascienza classica con cui è cresciuto. Explorers racconta di tre ragazzini (tra cui River Phoenix e Ethan Hawke giovanissimi) che viaggiano nello spazio con una navicella fatta in casa (assemblata con scarti di vario genere), e finiscono per incontrare amichevoli, pur se brutti, alieni.
Leggete la nostra intervista a Joe Dante.

Navigator (1986)
Altro cult per i ragazzini degli anni '80, Navigator racconta di David, un bambino rapito dagli alieni che si ritrova trasportato otto anni nel futuro e vive un'avventura straordinaria a bordo di una navicella pilotata dal robot Max (voce di Paul Reubens, alias Pee Wee Herman). La navicella sembra fatta di metallo liquido ed è priva di aperture, almeno finché non lo desidera Max.

Miracolo sull'8ª strada (1987)
Non potevamo ignorare Miracolo sull'8ª strada, unico esempio in cui i dischi volanti sono gli alieni stessi, delle macchine senzienti che aiutano gli inquilini di un palazzo a salvarsi dallo sfratto, nella commedia prodotta da Spielberg e scritta da Brad Bird.

Independence Day (1996)
Il 1996 segna l'invasione della Terra orchestrata da Roland Emmerich in Independence Day. I dischi volanti giganteschi che fluttuano sopra le più grandi città del mondo sembrano usciti dritti dritti dal romanzo Le guide del tramonto (Childhood's End) di Arthur C. Clarke.

Mars Attacks! (1996)
Molto più classici, anzi quasi caricaturali, i dischi volanti di Tim Burton in Mars Attacks!, che omaggia la fantascienza classica mettendola allegramente alla berlina.

District 9 (2009)
Neill Blomkamp re-immagina i dischi volanti come enormi navi di profughi e gli alieni come immigrati clandestini richiedenti asilo nel bellissimo District 9, in parti uguali avventura sci-fi e riflessione politica. La nave madre del film è pensata come un vero catorcio galleggiante, non una futuristica arma di distruzione ma un'imbarcazione di disperati che ricorda molto da vicino quelle che, ogni giorno, solcano il Mediterraneo in cerca di speranza.