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Venezia: arrivano gli italiani

"Un giorno perfetto", dramma diretto da Ferzan Ozpetek ed interpretato da Isabella Ferrari, Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli e Monica Gurritore è il primo dei quattro italiani in concorso. Abbiamo incontrato regista e cast.

Ozpetek Mastandrea Ferrari

30.08.2008 - Autore: Pierpaolo Festa
Le strade di Roma fanno da sfondo alla storia di un’ossessione. Quella di un marito lasciato (Valerio Mastandrea) e deciso fino alla fine a riprendersi la moglie (Isabella Ferrari)… a qualunque costo. S'intitola “Un giorno perfetto” ed è il primo film italiano tra i quattro presentati in concorso al Festival di Venezia. Si tratta di una prima assoluta per Ferzan Ozpetek, che sceglie una storia tragica adattata dall'omonimo romanzo di Melania Mazzucco. La pellicola arriverà nelle sale dal 5 settembre distribuita dalla 01 Distribution. Abbiamo incontrato regista e attori.

Ferzan Ozpetek - Regista

Signor Ozpetek, come mai ha accettato la regia di un progetto già avviato e tratto da un romanzo?Perché mi aveva colpito il racconto della passione estrema di questo personaggio, Antonio (Mastandrea) ed il suo amore accecante per la moglie disgraziata, Emma, che non vuole più tornare da lui e che vive da preda. Lei è una di quelle donne che ti fa diventare pazzo perché sai che tutti possono darle la caccia. Conosco quella fissazione amorosa. Terribile e senza soluzione. Volevo raccontarla, anche per dire che dietro ogni gesto estremo, criminale, si annida un dolore acuto, insopportabile.

Proprio come un evento di cronaca, il film racconta una tragedia familiare, mettendo in scena una violenza psicologica inquietante. Come si è approcciato a questo aspetto della storia?
Sui giornali leggiamo notizie di "mostri" che uccidono e fanno cose tremende, nel film ho voluto rappresentare gli stati d'animo di questi "mostri", che in realtà sono persone come noi. Il romanzo è ancora più violento e duro rispetto al film. Io ho ammorbidito la violenza. Con Sandro Petraglia abbiamo riscritto la sceneggiatura cinque volte, perché non eravamo mai  soddisfatti. Volevo raccontare un sentimento d’amore forte che finisce in tragedia. Desiderare un’altra persona in questo modo così totale mi affascina molto, qui non si capisce chi è la vittima e chi è il carnefice, alla fine si confondono, e il carnefice è solo la vita che li porta a compiere azioni gravi.

Ci parli dei cambiamenti apportati al romanzo…
Ne ho fatti tanti... a cominciare dal personaggio della madre che mi sembrava repellente nel romanzo. Ho affidato il ruolo a Stefania Sandrelli, che ne ha fatto un personaggio più lieve. Il professore gay del libro è diventato una professoressa, Mara, interpretata da Monica Guerritoreche accompagna Emma nella sua camminata notturna. Possiamo dire che è un po’ il mio sguardo su Emma, addolorato e complice, dato che so che tragedia aspetta questa donna che non si merita quello che il destino ha in serbo per lei. Inoltre quel gay era troppo facile, sembrava scritto apposta per me. Fare tanti film sull’omosessualità come ho fatto io, essere un’icona gay, ti sfinisce: le persone non vedono più la storia, ti parlano solo di questo. Ma io racconto la vita che conosco, non una storia gay. Del resto, se avessi filmato solo storie di omosessuali non avrei avuto il successo che ho avuto, io parlo di sentimenti, e i sentimenti non hanno identità sessuale.

Valerio Mastandrea – Antonio

Valerio, si tratta di un ruolo abbastanza "scomodo" e difficile. Un personaggio molto diverso rispetto a quelli che la vediamo sempre interpretare. Come lo ha affrontato?
Me ne sono distaccato come meccanismo di autodifesa e l’ho interpretato guardandolo dall’esterno, altrimenti credo che sarei impazzito. Nel film c’è una violenza celebrale di fondo pazzesca. Non mi sono immedesimato affatto nel mio personaggio. Penso che se nella mia vita privata avessi avuto dei figli non avrei accettato questo ruolo. Io ho sempre condannato il mio personaggio anche se Ferzan si sforzava continuamente di dirmi che non lo dovevo giudicare ma raccontare. Abbiamo lavorato tutto il tempo delle riprese su due binari diversi ma paralleli. Tanto che, ora, che ho visto il film ho capito che abbiamo centrato l’obiettivo. Perché quello che racconta Un giorno perfetto è di quanto la razza umana sia il genere più affascinante e terrificante che esista sulla Terra.

Isabella Ferrari - Emma

Signora Ferrari ci parli di questa sua seconda esperienza con Ozpetek e della preparazione al ruolo di Emma...
Avevo letto il libro anni fa e ho immediatamente pensato che ne poteva uscire un film bellissimo. Quando sono venuta a conoscenza che Ferzan avrebbe diretto la pellicola, gli ho inviato un sms proponendomi spudoratamente per il ruolo di Emma. Non ho ricevuto risposta... fino a quando non mi ha chiamato lui e mi ha detto: "OK, tu sei la mia Emma"! Mi ha chiesto di non fare troppe domande sul personaggio, di lasciare da parte considerazioni troppo intellettuali, e io ho detto di sì su tutto e mi sono buttata in pieno in questo personaggio che adoro. Tanto è distante da me, quanto la amo. Mi sono dovuta veramente violentare e trasformare. Sono aumentata di peso e mi sono involgarita e allontanata dalla mia immagine, compreso quella pubblica, quella che di me offrono le riviste di moda e non solo.