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Venezia 68: a ritmo di scialla!

Francesco Bruni mescola con mano ferma carte già utilizzate, ma le innesca in un impianto narrativo che funziona piacevolmente.

Scialla! - Fabrizio Bentivoglio, Filippo Scicchitano

02.09.2011 - Autore: l.g.
“Scialla nel gergo giovanile romano significa sta’ calmo, rilassati; più o meno come il take it easy americano. Secondo alcuni è derivato dall’arabo inshallah. Per me è un’espressione che ha diverse valenze: sorvolando sul fatto che i miei figli me la rivolgono in media una ventina di volte al giorno, mi piace l’invito alla moderazione e al quieto vivere che contiene; infine, la considero anche una sorta di manifesto poetico. Dopo aver a lungo riflettuto sull’aggettivo da associare alla parola commedia per definire il mio film, alla fine ho avuto un’illuminazione: Scialla! è proprio un classico esempio di “commedia scialla“.

"Scialla!" l’opera prima di Francesco Bruni sceneggiatore di successi come "La prima cosa bella", "Tutta la vita davanti", è una commedia leggera e sicuramente riuscita. Fabrizio Bentivoglio si muove come Drugo Lebowski in un intreccio narrativo non originalissimo ma pieno di situazioni divertenti. Sorprendente è la performance di Filippo Scicchitano per la prima volta sullo schermo, in un ruolo apparentemente facile, ma pieno di piccole contraddizioni.

Bruno Beltrame (Bentivoglio) vive in pigiama nel suo spazioso salotto a via ostinese, Roma. Del suo antico talento di scrittore è rimasto quel poco che gli basta per scrivere su commissione “i libri degli altri“, le biografie di calciatori e personaggi della televisione.  Noi lo troviamo scrivere la biografia di Tina (Barbora Bobulova), famosa pornostar slovacca divenuta ricca produttrice di film hard, la sua passione per l’insegnamento ha lasciato il posto a uno svogliato tran-tran di ripetizioni a domicilio a studenti altrettanto svogliati, fra i quali spicca il quindicenne Luca (Scicchitano), ignorantello come gli altri, ma vitale e irriverente.
Un notte la madre del ragazzo si fa viva con una rivelazione che butta all’aria la vita di Bruno: Luca è suo figlio. La donna chiede a Bruno di ospitarlo a casa sua e di prendersi cura di lui, ma senza rivelargli la sua vera identità. Inizia così una convivenza improbabile fra l’apatico ex professore e l’inquieto adolescente; sei mesi durante i quali Luca si troverà a confrontarsi con una figura maschile adulta e Bruno, suo malgrado, non potrà fare a meno di prendersi cura di quel figlio segreto, che oltretutto sta per essere bocciato a scuola e si sta per mettere un brutto guaio.

Qualcosa di Moretti (peraltro presente in sala ad applaudire Francesco) qualcosa del "Grande Lewbosky", un po’ di "About a boy" e Nick Hornby, Bruni mescola con mano ferma carte già utilizzate, ma le innesca in un impianto narrativo che funziona piacevolmente.