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Venezia 66: Indimenticabile Colin!

Colin Firth sbarca al Lido per presentare "A Single Man", esordio alla regia di Tom Ford, accolto da una pioggia di applausi. Un film che potrebbe attivare un'ulteriore impennata della sua carriera d'attore.

Colin Firth - Venezia '66

11.09.2009 - Autore: Pierpaolo Festa
Venezia - Sul grande schermo ha vinto il cuore di Bridget Jones, facendo a botte con Hugh Grant in pieno centro di Londra, ha ballato con Meryl Streep in “Mamma mia!” ed è stato il primo uomo sul pianeta ad essere affetto da una “Febbre a 90°”. Oggi la sua carriera cinematografica si divide tra mega-produzioni hollywoodiane dove viene sempre ingaggiato in ruoli minori e pellicole girate nel Regno Unito, dove il suo nome è sinonimo di patrimonio culturale. Arrivato alla Mostra del Cinema per presentare il bellissimo “A Single Man”, Colin Firth viene accolto da una standing ovation senza fine.

Al suo fianco Tom Ford, lo stilista che ha affrontato il fuoco, mettendosi in gioco per passare dietro la macchina da presa: “Non è stata una fatica – dichiara l’attore – Proprio come tutti i generi di rapporti c’è del piacere ma ci sono anche dei problemi. Abbiamo girato solo cinque settimane, ma lo abbiamo fatto giorno e notte. È stato un privilegio ottenere la fiducia di Tom Ford e condividere il suo percorso creativo. Non aveva chiesto a nessun altro di interpretare il ruolo, aveva pensato soltanto a me. Mi ritengo molto fortunato”.

Secondo Ford: “La parte di Colin era la più difficile da assegnare, perché ci sono pochissimi attori al mondo dotati della giusta sensibilità per interpretare il ruolo di George. Sono stato catturato subito dalla sua capacità di telegrafare con gli occhi ciò che pensa, senza muovere il volto e certamente senza pronunciare una singola riga. Era perfetto”. E anche Julianne Moore, co-protagonista del film, continua a battere le mani per onorare il suo collega e, a quel punto, è chiaro che tra i due si è creato un grande rapporto di stima sul set: “È molto difficile fare il ruolo di un omosessuale, quando c’è Julianne Moore sul set e devi baciarla” – afferma Firth.

Quali sono dunque i suoi modelli di attore?
Imparo sempre dagli altri attori sul set, specialmente quelli più giovani, perché ancora non hanno imparato gli “sporchi trucchi” del mestiere che si usano per proteggersi. Mi piacciono anche i bambini attori… in fondo il nostro mestiere si basa proprio sul gioco.

Ma non ci sono alcuni volti del cinema classico da cui ha attinto qualcosa nella sua carriera?

Certamente. Io ho studiato le star di un tempo e di tanto in tanto rubo loro dei pezzi. Adoro Spencer Tracy. Ma il Paul Scofield di “Un uomo per tutte le stagioni”: non ho mai visto una tale integrità nella recitazione. E’ stata una cosa che mi ha colpito molto, voglio dire recitare è una cosa artificiale. Secondo alcuni significa proprio mentire, ma guardando Scofield ho pensato: “Come fa un attore ad essere così vero?!”.  

Nel film lei interpreta un omosessuale a cui non viene dato il permesso di partecipare al funerale del suo compagno. Il film è ambientato negli anni ’50. Conosce invece l’odierna situazione italiana riguardo alle coppie omosessuali?

Non conosco bene la situazione e quindi non mi va di commentare. Vi dico soltanto una cosa: è piuttosto ironico sapere che anche in California, un posto basato sul motto “Peace and Love”, sia passata anche la Proposition 8, che è quella che abolisce le nozze ai gay. Posso solo dire che se questa è una battaglia, allora non è ancora finita. Comunque “A Single Man” non è da considerarsi un film gay. Potrebbe essere una qualsiasi storia d’amore tra uomo e donna”.


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