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"Una lunga lunga lunga notte d'amore"

"Una lunga lunga lunga notte d'amore"

Berlino

14.02.2001 - Autore: Beatrice Rutiloni
Una lunga lunga lunga notte damore di Luciano Emmer, omaggio alla 51esima berlinale, il 14 febbraio, in uscita il 23 febbraio nelle sale italiane. Prodotto dalla Gam film e dalla New film 7 International con Rai cinema, distribuito dalla Lantia.   La trama Sei storie damore al femminile. Sei ritratti di donne, incompleti, bozzetti dautore nello spazio tempo di una notte. Sei vite estratte dal loro contesto e accomunate dal disagio emozionale. La notte comincia in una stazione. Marcello (Giancarlo Giannini) e Irene( Marie Trintignant) si incontrano per uno sguardo. Lui è un ex giornalista in temporanea vacanza sentimentale dalla moglie, lei è una contabile che vorrebbe fare altro. Tra loro una conoscenza fulminea fatta di treni persi volontariamente (da lui) e fughe e ritorni (di lei), tutta racchiusa nel tempo incosciente di un momento. Elena (Isabelle Pasco) è una giovane donna con una bambina piccola separata dal marito più grande. Elena fugge dalla propria vita, è in autostrada con la sua macchina, non sa bene dove andare. E\' protagonista di un mini road movie, che come tutti i viaggi sono fatti per conoscere (o forse per tornare da) se stessi; lunico faro nella tempesta è lamica Anna, lapprodo di un affetto sincero. Egle (Ornella Muti) è la direttrice di un salone di bellezza. Alla vigilia delle nozze architettate senza amore ma con molta programmaticità, la bionda platino arrivista simbatte in un contatto del tutto inaspettato con un giovane parrucchiere omosessuale. Carla e Cristina sono amiche e vicine di casa. Cristina (Gloria Sirabella) è una ragazza madre tutta lavoro-ricordi-figlia, Carla (Marina Confalone) è una donna alla ricerca di sicurezze, che per restare insicura gestisce una relazione extraconiugale condita di attacchi di panico e sensi di colpa, puntualmente riversati nella tranquilla vita di Cristina. Teresa (Silvia de Santis) è una ragazza cieca che vede il mondo attraverso la sua mansarda e una radio. Un incontro via etere con un ragazzo in barca la farà sognare per larco di una notte. Ma poi, gli occhi, si devono sempre aprire.   Il commento Non è un caso che Una lunga lunga lunga notte damore, lultimo film di Emmer dopo undici anni di silenzio cinematografico dallautobiografico Basta! Ci faccio un film, venga proiettato il giorno di San Valentino, in un omaggio che il festival di Berlino ha voluto rendere alla carriera di questo autore, da sempre più celebrato allestero che in Italia. Gli stessi aggettivi che si possono attribuire alla cosiddetta festa degli innamorati possono andare benissimo per questo film: banale, scontato, ripetitivo e anche un po ipocrita. Sei storie di donne del tutto artificiali nei loro eccessi di clichè, che vorrebbero far riflettere sulla incomunicabilità dei sessi al giorno doggi, portando per mano (troppo per mano) alla conclusione che la sola possibilità di un affetto duraturo è quello tra individui dello stesso sesso, o della stessa razza. E ancora i luoghi comuni: gli animali sono istintivi e gli esseri umani possiedono la ragione che fa spesso danni. Non sarebbe meglio seguire, una volta per tutte, il trasporto emozionale? E fin troppo evidente il concepimento di questo film, che ha preso linfa dalle attrici, sulla spinta di un documentario,Bella di Notte dedicato alla Galleria Borghese di Roma, che ha dato lidea al regista di lavorare sulleffetto notte. Le donne, il tema favorito dal regista di Le ragazze di Piazza di Spagna e Terza liceo, si sono ritagliate da sole un posto nella notte, guidate da una mano e da un occhio che forse ha un po perso il contatto con la realtà. E allora una sequela inesorabile di primi piani lunghissimi senza senso, di didascalici non detti, una narrazione di cui si sa già tutto fin dallinizio, in cui i ruoli vanno rispettati e i personaggi escono per questo fuori come diagrammi piatti, in cui la Trintignant sa troppo di francese, con quel basco in testa e La chanson des vieux amantes in sottofondo. La Confalone è troppo donna sullorlo di una crisi di nervi, la Muti è troppo platinata e via così. Alla fine non succede proprio niente, seppure fosse evidente nellintenzione dellautore lanciare un messaggio, che probabilmente è la frase finale del film, pronunciata dalla Trintignant, orrendamente doppiata in italiano per giungere con più effetto alle orecchie dello spettatore Voi uomini credete sempre che lamore sia eterno.   In sintesi. Insopportabilmente scontato. Brave le attrici, soprattutto le meno famose (De Santis, Sirabella).        
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