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Un finale a sorpresa

Un finale a sorpresa

TorinoFilmFestival

26.11.2001 - Autore: Andrea Nobile
Quello di Torino è un festival abituato alle sorprese. Eppure di quella che ha chiuso ledizione di questanno gli organizzatori avrebbero volentieri fatto a meno. Lincendio scoppiato nel magazzino del cinema Reposi venerdì sera non ha per fortuna avuto conseguenze per nessuna persona, nonostante gli oltre 1500 spettatori presenti in quel momento nelle 5 sale del cinema. E, in una città che ancora ricorda il tragico incendio nel cinema Statuto, dove morirono 64 persone, bisogna dare atto dellottima gestione dellemergenza: in pochissimi minuti tutti gli spettatori sono stati fatti evacuare, senza panico e senza nemmeno un episodio di intossicazione. Le uniche conseguenze le hanno sofferte le pellicole: circa 60 sono andate distrutte, e il bilancio avrebbe potuto essere anche peggiore, considerato che nei primi giorni del festival il magazzino ne conteneva più di 300. Sono andate perdute una ventina di pellicole della mastodontica retrospettiva sul cinema egiziano, una scommessa forse azzardata del festival ma pienamente vinta. Perduti anche alcuni esempi del cinema rigoroso e militante di Jean Marie Straub e Daniele Huillet, oasi di riflessione della manifestazione anche grazie allintervento di numerosi registi che hanno voluto rendere loro omaggio. Tra le fiamme sono finite anche tre ristampe nuove di zecca dei film di George Romero, che ha sempre riempito le sale, sia con i suoi film più conosciuti che con gli inediti, e ha dimostrato grande umiltà e disponibilità nei numerosi momenti di incontro con il pubblico. Lultimo giorno, anche la conferenza stampa per lannuncio dei premi ha riservato sorprese: miglior lungometraggio è risultato un film, Mein stern, che nessuno aveva ancora visto (a parte, ovviamente, la giuria, ma in videocassetta), perché la pellicola era stata spedita in ritardo dal London Film Festival. Pubblico e giornalisti hanno così dovuto giudicare a cose fatte laustriaco Mein stern, opera della regista tedesca Veleska Griseback. Si tratta di un piccolo film (appena unora e 5 minuti, quasi un mediometraggio) su una piccola storia damore tra due quattordicenni con il vezzo di imitare gli adulti. Sincero, diretto, affettuoso, quasi etereo, Mein stern premia una donna in una sezione che, per una volta, ne annoverava ben 5 sugli 11 registi in concorso. Un momento molto positivo per il cinema al femminile, se si pensa che anche a Venezia ha trionfato una donna, Mira Nair, che è stata appena chiamata a presiedere la giuria del prossimo festival di Berlino. Nel concorso documentari ha vinto Latina/Littoria di Gianfranco Pannone, che racconta lamministrazione di destra di quella che era la città modello di Mussolini. Ma la giuria non ha avuto vita facile, come provano le tre menzioni e i due premi speciali: anche questanno la sezione documentari si è dimostrata tre le cose più interessanti di questo festival, proponendo tanti film di qualità, a testimonianza di un processo di rinascita del documentario italiano che è già in fase avanzata. Ma al di là di premi e premiati, il Torino Film Festival ha dimostrato anche nelledizione 2001 di essere in grande crescita, ponendosi, sempre più indisturbato, come secondo festival cinematografico italiano dopo Venezia. A dimostrarlo, più della dimensione internazionale ormai scontata o della lunga serie di incontri con registi e non solo, basta lincremento verticale del pubblico pagante: oltre il 30% in più rispetto allanno scorso, che già fu un anno particolarmente fortunato da questo punto di vista. Il progetto del direttore Della Casa e dei suoi collaboratori, che è quello di realizzare un grande festival metropolitano sulla scia di quello di Londra o di Parigi, sembra essere sulla strada giusta.  
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