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Un ex-aequo chiude il Festival

Verdetto democratico e sfizioso quello della giuria presieduta dalla vincitrice dell'ultimo Leone veneziano, Mira Nair.

8 femmes

18.02.2002 - Autore: Luca Perotti
Verdetto democratico e sfizioso quello della giuria presieduta dalla vincitrice dellultimo Leone veneziano, Mira Nair; un ex-aequo inaspettato che ha chiuso la 52esima kermesse berlinese suggellando ufficialmente la considerazione paritaria riservata al cinema danimazione. Dopo la decisione di Hollywood di destinare una specifica statuetta al genere in questione, arriva infatti uno storico riconoscimento per il raffinato lavoro di Hayao Miyazaki, lautore de La principessa Mononoke. Il suo Spirited away si aggiudica lOrso doro sebbene a braccetto con Bloody Sunday di Paul Greengrass, ovvero la ricostruzione storica della maledetta domenica di terrore vissuta nel gennaio del 1972, giorno della strage compiuta dagli inglesi a Londonderry, Irlanda. Un film, questo, già premiato ( ancora ex-aequo, con il bacio mucciniano) un mese fa dal pubblico del Sundance. Politica e fantasia dunque; il sangue dei conflitti civili in una coproduzione anglo-irlandese e le innovative tecniche digitali di un maestro riconosciuto. Se il premio più prestigioso si sdoppia, quello per il miglior contributo artistico si fa addirittura in otto; omaggio collettivo per le 8 femmes del film omonimo di Francois Ozon che è riuscito nellimpresa di schierare il non plus ultra delle attrici transalpine a disposizione sul mercato. Ma la migliore di tutte è stata giudicata Halle Berry, protagonista di Monsters Ball: leccezione che conferma la regola in un concorso avaro di tributi al cinema americano se si esclude il premio alla carriera al decano Robert Altman, presente fuori concorso con il suo plurinominato alloscar Gosford Park. Cè da dire che la giuria ha cercato di spaziare il più possibile nella distribuzione dellOrso cercando di non far torto a troppe nazioni. Al francese Jacques Gamblin, interprete di Laissez-Passer va la gratificazione quale miglior attore maschile, mentre a fregiarsi del titolo di miglior regista tocca a Otar Ioseliani grazie al suo Monday Morning. LAustralia ottiene il riconoscimento per la migliore opera prima con Beneath Clouds di Ivan sen, mentre al tedesco Halbe Treppe di Andreas Dresen va il premio speciale della giuria. E lItalia? A parte il riconoscimento alla carriera di Claudia Cardinale, poca fortuna per Brucio nel vento di Soldini, mai preso in considerazione dai giurati tra i quali figurava anche Nicoletta Braschi. Il quadro generale a bocce ferme mostra quella eterogeneità auspicata dal nuovo direttore Dieter Kosslick il quale avrà sicuramente tutti i motivi per rallegrarsi anche per landamento generale del festival che ha visto incrementarsi il numero di spettatori: oltre quattrocentomila i biglietti venduti per una rassegna che non avrà il riscontro modaiolo di Cannes o di Venezia ma, anche alla luce di questo inatteso verdetto misto, assume anno dopo anno il suo carattere distintivo.