“Il mio dentista mi ha detto l’altro giorno: “Ho già abbastanza problemi nella mia vita, allora perché dovrei vedere anche i tuoi film?” – Da questa battuta è possibile comprendere l’arte di David Cronenberg, regista unico nel suo genere, sempre capace di far discutere. Un artista che dichiara: “Cercate una qualche morale nei miei film??... io sono canadese! Quando mi dedico all’arte non ho alcuna responsabilità nel modo più assoluto… per me è come sognare”.
Da molti considerato un maestro, da altri invece una figura enigmatica, quasi terrificante, Cronenberg ha sempre diviso il pubblico. Non ci sono mai state opinioni a metà: o lo si odia o lo si ama... ad eccezzione della sua ultima fase cinematografica, dove è riuscito a portare una porzione più grande di pubblico nelle sale a vedere pellicole come “A History of Violence” e “La promessa dell’assassino”. “Ma io non sono affatto un regista di successo – dice Cronenberg – Non sono Peter Jackson e non ho mai fatto film da milioni di dollari… vorrei averlo fatto ma, ad oggi, il film che ha avuto più successo in termini di box-office è stato solo La mosca”.
A proposito di questo suo cinema poco notato dal grande pubblico, il regista continua: “Alcuni film entrano subito nella cultura pop ma non hanno alcun futuro e invecchiano male. Altri riescono ad ottenere un certo aspetto universale, nonostante non abbiano un impatto immediato. Ancora oggi sono molto sorpreso di essere diventato un regista, perché sono da sempre legato alla letteratura. Avrei dovuto essere un romanziere, ma invece eccomi qui”. Eppure Cronenberg sta al momento provando a scrivere un romanzo: “Ne ho scritto una sessantina di pagine. Non sarà una cosa horror alla Stephen King… la cosa buffa è che ho già preso accordi con alcune case editrici, alcune di queste anche europee, pronte a tradurre il libro nelle loro lingue… ma ancora non l’ho nemmeno finito! Questo sì che è terrorizzante”.
Cinema e letteratura sono il vero pasto di Cronenberg, ma ultimamente questo grande artista si è dedicato anche alla musica. Recentemente ha, infatti, diretto una trasposizione in Opera del suo “La mosca”. È stata messa in scena prima a Parigi e successivamente a Los Angeles: “Volevo provare qualcosa che mi spaventasse! E non mi ero mai dedicato all’Opera né avevo mai fatto teatro. Roba da perdere la testa! Quindi, proprio per questo mi interessava avere un pura esperienza di palcoscenico. Non è stato affatto facile: dovevo lavorare con un’orchestra di 77 persone e ho dovuto trasferirmi a Parigi”.
Quest’anno il Festival Internazionale del Film di Roma celebra Cronenberg organizzando (insieme alla Fondazione Cinema per Roma, il Palazzo delle Esposizioni e Volumina) una mostra fotografica che celebra il suo lavoro da regista. Sono esposte una sessantina di stampe su tela, raffiguranti particolari presi direttamente dai fotogrammi dei suoi film. Per saperne di più, visitate il sito ufficiale del palazzo delle esposizioni.
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Tutte le manie di Cronenberg
Festival del Film: l'enigmatico regista incontra il pubblico e presenta una mostra fotografica dedicata al suo cinema e allestita a Roma presso il palazzo delle esposizioni.
23.10.2008 - Autore: Pierpaolo Festa