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"Tutta la conoscenza del mondo"

"Tutta la conoscenza del mondo"

Tutta la conoscenza del momdo

30.08.2001 - Autore: Stefano Finesi
Un film di Eros Puglielli con Giovanna Mezzogiorno, Marco Bonini, Claudio Guain, Giorgio Albertazzi   La trama In una stazione deserta alla periferia di Roma, Marco si precipita ad aiutare uno sconosciuto disabile, Claudio, rimasto incastrato con la sedia a rotelle sui binari: proprio quando il treno in arrivo sta per investire entrambi, lapparizione di una misteriosa creatura luminosa li mette in salvo. Da quel giorno la vita dei due sembra migliorare sensibilmente: Claudio si accasa dalla nipote, Giovanna, che studia filosofia ed è innamorata di un professore, e vincendo la resistenza della ragazza si dimostra un coinquilino prezioso e una perfetta massaia; Marco, invece, insieme al gruppo dei Soncino, scala le classifiche musicali con il singolo Robot-Robot. Entrambi, però, sono stati segnati da quellevento miracoloso e lentamente si avvicinano a ogni sorta di scienza esoterica per dare una spiegazione allaccaduto e alla loro stessa vita, malgrado sia difficile trovare il bandolo della matassa. Giovanna accompagna addirittura lo zio per maghi e santoni, fino al giorno in cui, proprio allappuntamento decisivo, Claudio viene alla mani con il razionalissimo professore, mettendo in crisi lequilibrio casalingo. Solo un uomo potrebbe dare a Marco e Claudio le risposte di cui hanno bisogno e che sempre più li tormentano: un inafferrabile maestro spirituale di nome Al Farid. Ma le domande si dimostreranno in realtà molto più complicate delle risposte, perché in fondo tutta la conoscenza del mondo ha ben poca utilità   Il commento Costato solo un paio di miliardi e girato nel corso di due anni, il film di Puglielli è la dimostrazione salvifica che in Italia è ancora possibile un cinema indipendente, la cui capacità inventiva riesca a far dimenticare un budget ridotto e magari privo del solito finanziamento statale. Il trucco (o larte) è nel saper trasformare in cinema qualsiasi cosa, animare di senso e dare carattere a piccoli gesti e ambienti ristretti, giocando la carta vitale dellimprevedibilità; Puglielli, poi, fa leva su una notevole ironia e mette in campo addirittura questioni universali, come già indica il titolo roboante, ottenendo risultati a tratti esilaranti. E impossibile scrive il regista definire questo film, perché non può essere chiuso in un genere, ma allo stesso tempo ne contiene e ne usa moltissimi. Volevo con esso dare una rappresentazione scanzonata e disillusa dellumana ricerca delle risposte alle domande essenziali e fondamentali come chi siamo? cosa ci facciamo a questo mondo? Il risultato è la divertita contrapposizione tra razionalità del professore di filosofia (un Albertazzi straordinariamente autoironico) e lirrazionalità della ricerca esoterica dei due protagonisti, anche se alla fine entrambi gli approcci sembrano peccare di presunta onnipotenza: il vero segreto, imparato infine da Marco, è sapersi abbandonare alla vita con spirito pratico, godendone la gioia giorno per giorno. E forse, come suggeriscono le tele e i pennelli che zio Claudio spedisce a Giovanna per salvarla dallo spaesamento esistenziale, la possibilità dellarte di confrontarsi con gli interrogativi del mondo a un livello veramente creativo e gratificante.