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Torino Film Festival: scorpacciata di film

L'ironia di "La nana" e il visionario "Adàs" lasciano il segno sul Torino Film Festival.

TFF 09

20.11.2009 - Autore: Stefano Milano
A Torino prosegue il concorso lungometraggi e ormai buona parte dei film in gara è stata presentata al pubblico. Come ogni anno, il pubblico affolla le sale e si appassiona al “toto vincitore”, ma in questa edizione non pare ancora esserci un candidato “forte”. Anche se alcuni lungometraggi sembrano aver lasciato il segno. È il caso di La nana di Sebastian Silva, già Gran Premio della Giuria al Sundance Festival 2009 al film e all’interpretazione femminile di Catalina Saavedra, che interpreta Raquel, da 23 anni cameriera dei Valdes, ormai diventati la sua famiglia. Quando la signora Valdes decide di assumere un’altra cameriera per aiutare Raquel, che soffre di forti emicranie, quest’ultima si oppone mettendo in fuga tutte le neoassunte. Fino all’arrivo di Lucy… Questo film – cileno come Tony Manero, vincitore a Torino nel 2008 – è una commedia ironica e originale che, senza far gridare al capolavoro, potrebbe rivelarsi una sorpresa al termine del concorso.
Così come potrebbero esserlo due film “on the road”. Il primo è il tedesco Chi l’ha visto di Claudia Rorarius, che racconta il viaggio di Gianni – metà tedesco, metà italiano – che decide di partire all’avventura da Berlino a Roma, dove vuole partecipare alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, grazie alla quale spera di rintracciare il padre che non vede da 25 anni.

Il secondo è Nord del norvegese Rune Denstad Langlo: lo sciatore professionista Jomar decide di ritirarsi in un’esistenza solitaria come guardia di un parco sciistico, ma poi scopre che potrebbe essere il padre di un bambino nato nell’estremo Nord del paese e inizia un viaggio attraverso la Norvegia su una motoslitta, con cinque litri d’alcol come unica provvista.
Meno convincente, invece, è La bocca del lupo di Pietro Marcello, il primo film italiano presentato in concorso. L’ungherese Adàs merita un discorso a parte: in uno scenario ballardiano e apocalittico in cui tutti gli schermi di una città improvvisamente smettono di funzionare, il regista Roland Vranik si concentra sugli effetti che quest’evento ha sulle persone, aprendo una riflessione più ampia sul rapporto tra uomo e tecnologia. Non vincerà il TFF, ma finora è il film più visionario e interessante visto a Torino.