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Torino Film Festival: Festa mobile

La 'crema' del TFF: generi diversi, anteprime, grandi ospiti e documentari internazionali. Anzi: "Paesaggi con figure".

TFF 09

15.11.2009 - Autore: Stefano Milano
E’ Ernest Hemingway a offrire lo spunto al Torino Film Festival per la sua sezione non competitiva più ricca, e più prestigiosa. Festa Mobile è il titolo di un suo romanzo del 1964 che offre lo spunto per “una festa, un girovagare continuo tra uno schermo e l’altro, tra un genere e l’altro, tra un dramma, una risata, un horror, un musical. Un piacere per gli occhi, per scacciare l’inverno, all’interno delle sale”, spiega Emanuela Martini, vicedirettore del TFF, già al fianco di Nanni Moretti e ora di Gianni Amelio.

Festa Mobile è una sezione mista che ha però tre chiavi principali di lettura. La prima è legata al Gran Premio Torino, novità di quest’anno, che verrà consegnato a Emir Kusturica e a Francis Ford Coppola per la sua casa di produzione American Zoetrope, attivissima nella ricerca di nuovi talenti e nuovi linguaggi cinematografici.
Per questo motivo gli spettatori (i più fortunati e tempestivi, per lo meno) potranno assistere alla proiezione della versione integrale (di quasi sei ore) di Underground del regista bosniaco, presente al festival. Così come sbarcherà a Torino Francis Ford Coppola (mercoledì 18 novembre), per l’anteprima del suo Tetro – Segreti di famiglia.

E poi c’è la Festa Mobile delle “Figure nel paesaggio”, cioè i film di finzione – italiani e soprattutto internazionali – che vengono presentati a Torino. Una trentina di titoli di tutto rispetto che spaziano tra i generi più differenti: dal film d’apertura Nowhere Boy, sulla gioventù di John Lennon, a Breaking Upwards, commedia amara di Daryl Wein sulla crisi di coppia. Dall’imperdibile Fantastic Mr. Fox di quel genio che è Wes Anderson all’uruguaiano Gigante, Orso d’argento a Berlino. Fino al drammatico Le Refuge di Francois Ozon e a diverse anteprime di pellicole italiane.

“Paesaggio con figure”, invece, contiene i film che “si concentrano sulla presa diretta della realtà. Una volta questi ultimi si sarebbero chiamati documentari, ma il Torino Film Festival crede che la distinzione rigida tra finzione e documentario sia quanto mai ingiusta e che non corrisponda più al sorprendente miscuglio di stili ed emozioni, alla “fluidità”, del cinema contemporaneo”, spiega ancora Emanuela Martini. Tra i titoli proposti, spiccano senza dubbio Neil Young Trunk Show e Oil City Confidential, due lavori rock di Julian Temple rispettivamente su Neil Young e sui Dr. Feelgood. Da segnalare anche The Shock Doctrine di Mat Whitecross e Michael Winterbottom, documentario (non me ne voglia la Martini…) sul dark side del capitalismo, ispirato dall’omonimo saggio di Naomi Klein. E infine Carne Viva, possibile sorpresa e racconto di due esistenze in bilico che s’incontrano per le strade zozze e appiccicose di Tijuana.