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Top Five: le cinque migliori scene della Pixar

Aprono il festival di Cannes con "Up", e dopo meno di tre mesi vanno a Venezia a ritirare il Leone d'oro alla carriera. Gli ex ragazzi della Pixar, ormai diventati grandi, hanno conquistato ormai anche il cinema d'autore.

Top Five: le cinque migliori scene della Pixar

13.05.2009 - Autore: Andrea D'Addio
Impossibile continuare a definire i film della Pixar semplice cinema d’animazione: il disegno (inteso in senso lato) è per loro soprattutto  strumento per raccontare storie profonde e poetiche quanto, se non più, quelle narrate da pellicole con attori in carne ed ossa. Il “Wall-e” non inserito nella cinquina tra i migliori film dell’anno agli ultimi Oscar ha sollevato polemiche e dibattiti su web (con tanto di “cause” lanciate su facebook) e già questo è un emblematico indicatore per comprendere i gusti di un pubblico che attende i lungo(e corto)metraggi della Pixar come si aspetta il capolavoro del regista preferito.
In occasione del loro ultimo lavoro, “Up”,  abbiamo deciso di stilare le cinque scene più belle del cinema della Pixar.

5) Gli oltre due minuti e mezzo di inseguimento di “Gli incredibili. Mai un film d’animazione aveva sposato con tanta suspense il cinema d’azione. La lunga scena con protagonista il piccolo Dashiel “Dash” Parr  braccato dai cattivi dischi rotanti per la foresta entra di diritto tra i momenti più entusiasmanti del cinema della Pixar. La corsa sull’acqua, lo scontro nella caverna, la scazzottata volante nonché le improvvise arrampicate sugli alberi sono il simbolo di un film tanto ironico, quanto dinamico.



4) Il finale di “Alla ricerca di Nemo”. Marlin trova finalmente il figlio. Il padre ormai disilluso da un possibile ricongiungimento sente una voce in lontananza. La corrente dei pesci che gli sta intorno si muove compatta verso una direzione, lui vira di centottanta gradi e cerca tra la folla la figura del figlio di cui sente solo la voce. Sembra “Viaggio in Italia” di Rossellini. Si vedono, si abbracciano. Una rete è però in agguato e intrappola Dory, la generosa pesce blu. Nemo vuole entrare nella rete per aiutarla, ma il padre non lo vuole lasciare andare, ha paura di perderlo un’altra volta. Nemo però lo convince, sa come fare. I pesci uniti spingono verso il fondo su indicazione di Nemo e del padre. La barca in superficie trema, poi perde completamente la rete. Nemo e Marlin possono tornare a casa, il loro rapporto è cambiato, è cresciuto ed è diventato consapevole dell’affetto che li unisce.



3) Lo splendido flashback del critico gastronomico Anton Ego quando assaggia la ratatouille cucinata da Remy e i suoi amici topi. Parliamo logicamente di “Ratatouille”. In un attimo, appena il boccone tocca il palato, con un rapido zoom entriamo nei ricordi di Ego bambino. La mamma gli serve lo stesso piatto che ora ha davanti. E’ un ragazzo solo, probabilmente il padre non c’è mai stato, il legame con la madre è fortissimo, ama la sua cucina. Dal flashback ritorniamo al ristorante. Lo sguardo da serioso e critico diventa malinconico, poi gioioso. La penna cade, non c’è bisogno di appunti. Ego è conquistato.



2) L'ultima inquadratura di Monster's & Co. Il fermo immagine di Sulley appena varcata la porta di Boo. Un fotogramma di cinema straordinario, la degna conclusione di una storia di amicizia particolare, forse il più riuscito film realizzato dalla Pixar sul concetto di famiglia, nonostante qui si parli di “mostri” e non appaiano mai due personaggi legati da qualche legame di sangue.



1) Il ballo nello spazio tra Wall-e e Eve. Si parla del film più poetico della Pixar, una pellicola così intrisa di romanticismo e sentimento che sono pochi gli spettatori capaci di trattenere le lacrime. Wall-E riesce finalmente a ritrovare Eve.Si abbracciano, il loro bacio è una scossa elettrica. Lui ha in mano un estintore e accidentalmente lo aziona. Diventa il suo motore. Lei lo raggiunge. Si inseguono sullo sfondo delle stelle, le loro giravolte sembrano comete impazzite. Come due bambini al primo amore, la loro passione è prima di tutto gioco. Dalla navicella spaziale una ragazza li nota e ferma il suo cammino preordinato dalla poltrona autopilotata, un ragazzo dietro di lei va a sbattergli contro e assieme cominciano a guardare fuori dalla vetrata. Si toccano la mano, non erano abituati a farlo, non erano soliti guardarsi l’un l’altro. Forse sta nascendo anche un altro amore. Intanto  il capitano della navicella chiede al computer la definizione di danza. Due robot stanno portando la vita all’interno degli esseri umani.
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