Diciamo la verità, i noir made in Britain, quelli pseudo-pulp/pseudo-tarantiniani, hanno stancato. Stiamo parlando di tutti quei cloni di Guy Ritchie (che già imitava il vecchio Quentin), tutti quei film che mostrano i bassifondi delle grandi città oppure scenari di campagna in cui il sangue viene fatto schizzare su prati verdi. In altre parole pellicole come The Liability, visto in Concorso a Torino 30.
Questo è vero solo in parte: sebbene il film di Craig Viveiros non si distingua dalle tre o quattro dozzine di gangster movie precedenti, a salvarlo arriva il cast. Basterebbero infatti quei pochi minuti in cui vediamo Peter Mullan scatenare ancora una volta la belva che ha dentro, rompendo gabbie toraciche a calci. Da zero a mille in un battibaleno con destinazione l'inferno: nessuno è più bravo o veloce di lui in questo. Gli americani avevano Joe Pesci nei film di Scorsese, i brits, invece, fanno affidamento su Mullan.
Al suo fianco, ma in un ruolo di primo piano, c'è un Tim Roth sempre immenso, nonostante incarni il classico personaggio del sicario che vuole chiamarsi fuori dal giro. Lo ritroviamo in gran forma sul grande schermo dopo i tre anni dell'era Lie to Me. L'attore interpreta un uomo che vuole semplicemente portare a termine il suo ultimo lavoro e arrivare in tempo per accompagnare la figlia all'altare. Roth gli dà grande respiro con una recitazione in sottrazione, fatta di silenzi e sguardi stanchi, di uccisioni a sangue freddo e sigarette fumate per distogliere la mente dai buchi delle pallottole che ha in corpo.
Il resto, tutto il resto, è la fiera del già visto con una dose di omicidi in chiave black comedy, occultamento di cadaveri a colpi di ascia, belle ragazze dell'est in pericolo o forse doppiogiochiste e un protagonista giovane che affianca Roth, tanto idiota quanto simpatico.
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The Liability: Tim Roth sicario da black comedy
Quando gli attori valgono il prezzo del biglietto: in Concorso a Torino la pellicola interpretata anche da Peter Mullan
27.11.2012 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Torino Film Festival