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The Exchange

Clint Eastwood porta a Cannes il suo capolavoro e regala ad Angelina Jolie il suo ruolo più intenso, che la consacra grande attrice

Changeling

22.05.2008 - Autore: Marino Cattaneo
 

Una storia vera, ripescata per caso negli archivi di L.A. dal giornalista e sceneggiatore J. Michael Straczynski,

Clint Eastwood trova nella vicenda tutte le tematiche che sono il ‘suo’ cinema: un individuo che lotta da solo contro le istituzioni; la corruzione; l’infanzia spezzata dal Male assoluto; la giustizia calpestata; il tentativo di sotterrare ciò che è scomodo. E con The Exchange firma un altro capolavoro, forse superiore, per intensità, per stratificazioni e per tecnica registica, ad altri suoi capolavori.

Oltre al rigore, stilistico e morale; all’asciuttezza del racconto, che non aggiunge né toglie niente più del necessario; allo sguardo penetrante, lucido e schietto con cui guarda in faccia e filma l’orrore e la prevaricazione, Eastwood condensa in un unico film la storia del cinema, fondendo in The Exchange generi e stili, che rimandano al noir, ai gangster-movie, all’espressionismo tedesco e, certo, a tutta la sua filmografia, non solo Mystic River, ma anche Million Dollar Baby e Un mondo perfetto, una summa di tutto il suo essere Eastwood, che commuove e lascia a bocca aperta lo spettatore.

Accompagnati da musiche malinconiche, composte dallo stesso regista, assistiamo al risorgere di un’epoca, che va ben oltre alla bravura scenografica, è un passo oltre: è un ‘ricreare’, per immedesimazione ed empatia. Clint Eastwood ha trovato una sua nuova eroina, interpretata da Angelina Jolie nella sua migliore e più complessa interpretazione, una donna che, fragile e forte allo stesso tempo, in un’epoca in cui la voce femminile stentava a farsi sentire, ha avuto il coraggio di affrontare i leoni.
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