NOTIZIE

Sundance Festival 2004

Si sono conclusi ieri i dieci giorni del Sundance Film Festival, la creatura che Robert Redford diede alla luce vent'anni fa e che continua a rivelare al pubblico i prodotti più interessanti del cinema indipendente.

Sundance Festival

26.01.2004 - Autore: Giulia Villoresi
Si sono conclusi ieri i dieci giorni del Sundance Film Festival, la creatura che Robert Redford diede alla luce vent’anni fa e che continua a rivelare al pubblico i prodotti più interessanti del cinema indipendente. Alcuni sono diventati film di culto, come ad esempio ”Le Iene”, ”Sesso, bugie e videotape”, fino alla commedia inglese per eccellenza, ”Full Monty” o l’horror che fece tanto chiacchierare nel 2000, ”The Blair Witch Project”. È con questi film, e molti altri, che il Sundance Festival si è guadagnato la stima degli appassionati del cinema ”non politically correct” diventando un marchio di garanzia.   Ma il Sundance Festival non è solamente la premiazione di artisti indipendenti. Nella cittadina di Park City (Utah) si incontrano e si mischiano ogni anno decine di produttori e distributori cinematografici pronti a scoprire e lanciare sui circuiti del grande mercato i virtuosissimi e illustri sconosciuti che si presentano alla rassegna.   C’è chi dice che questi ”Buyers”, questi ”compratori” del grande schermo, defrauderanno lo spirito del cinema indipendente trascinando nell’usurata spirale del business talenti ancora, miracolosamente, intonsi. Ma questo non avverrà perché il riflusso di attori e registi controcorrente è alimentato da risorse destinate a sopravvivere. Il cinema anticonformista vivrà fintanto che non si estinguerà la sua grande contrapposizione.   Anche l’Italia nel corso di questi anni ha avuto la sua voce in capitolo al Sundance. Voce che ultimamente si è fatta viva con Gabriele Muccino che nel 2002 ha vinto il premio per il miglior film straniero con ”Lultimo Bacio”. Quest’anno Muccino è tornato al Festival con ”Ricordati di me” che è stato però ignorato dalla giuria come gli altri due film nostrani in concorso, ”Ballo a tre passi” di Salvatore Mereu e ”The Dreamers” di Bernardo Brtolucci.   Ignorate anche alcune pellicole sulle quali in molti avevano puntato. ”Zatoichi” del maestro Kitano non ha vinto nulla, così come è stato ignorato ”Good Bye, Lenin!” del tedesco Wolfgang Becker. ”Il ritorno”, che aveva vinto a Venezia, questa volta è tornato a casa a mani vuote.   Ha vinto il Gran Premio della Giuria per il miglior film drammatico ”Premier”, diretto e interpretato da Shane Carruth. Si tratta di un thriller fantascientifico a basso costo che racconta la storia di due uomini che inventano una macchina per viaggiare nel tempo. Per il Miglior documentario è stato invece premiato ”Dig!”, diretto da Ondi Timoner, dedicato alla rivalità tra Anton Newcombe dei Brian Jonestown Massacre e Courtney Taylor dei Dandy Warhols.   Dunque Rock e fantascienza sbancano il Sundance Festival. Si è conclusa così un’altra edizione di uno dei festival più chiacchierati del cinema e questa volta, a quanto pare, i risultati hanno saputo stupire tutti.