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Speciale: Rec 2

Finalmente nei cinema l'atteso sequel dell'horror di Balaguero' e Plaza. Il film, presentato Fuori Concorso a Venezia, riprende esattamente 15 minuti dopo la fine del precedente.

Rec 2 - Poster

05.01.2010 - Autore: Andrea D'Addio
Una telecamera buttata sul pavimento mentre la giornalista che aveva accompagnato i vigili del fuoco in un intervento di routine, per documentarne il lavoro, veniva risucchiata nell’oscurità. Era lì che finiva “[Rec]”, è da qui che inizia il suo sequel, “[Rec]2”. Poi, stacco.

Rec 2

Siamo esattamente fuori dal palazzo messo in quarantena. Un gruppo di poliziotti esperti in spedizioni speciali viene mandato in perlustrazione nel palazzo: “ci sono sopravvissuti?”. Al loro capo vi è un misterioso signore che vuole che sia tutto registrato. Scopriremo poco dopo che quel signore è un prete esorcista. Quel virus che infetta senza scampo sembra provenire direttamente dal demonio. A complicare le cose ci sono anche un gruppo di ragazzini infiltratosi, furtivamente, nell’edificio. Dal primo “[Rec]”, l’idea del film completamente girato dalla soggettiva di un operatore che è anche personaggio della storia ha perso di essere novità: prima “Cloverfield” (girato comunque in contemporanea alla pellicola spagnola), poi “Live!” , senza contare tanti lavori che hanno utilizzato questo modo di raccontare solo per alcuni frangenti del lungometraggio. Per non replicarsi e realizzare una semplice scopiazzatura del precedente, Paco Plaza e Jaume Balaguero’ hanno operato due cambiamenti, una narrativa, l’altra di regia. Dal punto di vista narrativo hanno scelto di variare le fonti dell’immagine: non più un solo operatore, ma due, un poliziotto e un ragazzino. Il loro registrato si incrocia, dando la visione l’uno dell’altro in momenti diversi della storia. Per quanto concerne la regia, i due spagnoli si sono appoggiati alle soluzioni offerte dalla tecnologia. Ogni poliziotto ha un piccolo obiettivo sul proprio casco: da lì invia immagini all’operatore, anche quando si trovano in due ambienti diversi. Con lo split-screen abbiamo così modo di vedere contemporaneamente due punti di osservazione. Si può tenere sotto osservazione più angoli dell’angusto spazio della vicenda, quello che sostanzialmente è il vero nemico dei protagonisti (l’horror di “[Rec]” nasce dal luogo ancor più che dai mostri). Seppur non manchino frangenti di involontaria comicità, tra spiegazioni dell’assurdo troppo farraginose (preferivamo il non-spiegato del primo episodio), e un basso livello di compattezza nella creazione della suspense (si va a strappi e non in crescendo), “[Rec]2” ha dei momenti di ottimo cinema: dal già citato split screen in più soggettive, al suicidio davanti allo specchio, passando per l’angusta passeggiata nel condotto aereo. C’è molto videogioco (vedasi la ripresa-sparatutto con il mitra davanti alla telecamera ispirata da “Doom”), ma poco male. “[Rec]2” è un buon film, senza dubbio non deludente per chi aveva apprezzato il primo. Sala stampa – Incontro coi registi a Venezia
     

Per saperne di più
Il trailer del film