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Sauvage innocence

Philippe Garrel, regista francese poco noto in Italia, torna al Lido con un dramma sull'amore, sulla morte e sul cinema.

Sauvage innocence

06.09.2001 - Autore: Leonardo Godano
Regia di Philippe Garrel con Medhi Belhai Kacem, Julia Faure. Francia 2001   Philippe Garrel, regista francese poco noto in Italia, nonostante vinse nel 1991 proprio a Venezia il Leone dOro con il film Jentends plus la guitare, torna al Lido con un dramma sullamore, sulla morte e sul cinema.   Dopo aver perso la moglie Carole per unoverdose di eroina, Francois regista trentenne decide di girare un film di denuncia. Chiama unattrice (Lucie), di cui è innamorato e inizia a cercare i soldi. I produttori non sembrano gradire unidea tanto forte e allora Francois decide di trasportare due valige deroina in cambio di un bel mucchio di soldi. Trovati i finanziamenti il problema più grave diventa che Lucie vive sempre peggio il confronto e limmedesimazione con la figura di Carole. Tutto si complicherà quando Lucie inizierà, come Carole, a provare leroina.   Lunghissimi piani sequenza e interminabili immagini mute a rappresentare il vuoto dei personaggi caratterizzano questo pieno e puro dramma francese. Una storia che allinea sullo stesso piano fiction e denuncia, in un film nel film per raccontare come gli stati danimo delluomo possono variare ma alla fine il percorso delle storie è sempre ciclico.   Sperimentatore accanito (per gran parte dei suoi film non usava inserire né i titoli di teste né quelli di coda) di un cinema alla ricerca dellimmagine, appartenente alla seconda ondata della Nouvelle Vaugue, Philippe Garrel scrive, filma e racconta storie sullincomunicabilità nei rapporti e punta le luci sui fallimenti delle storie, partendo da spunti strettamente autobiografici. Sauvage innocence conferma questa sua linea narrativa mischiando con la tecnica del film nel film più temi. Da una parte Garrel e lamore, dallaltra Garrel e lincomunicabilità. Il tutto fortificato da una rappresentazione austera e scarnificata dei personaggi simboli di società decadente.  
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