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Roman Polanski: a Film Memoir - recensione

Direttamente dalla Croisette arriva nelle sale il documentario diretto dal Laurent Bouzereau che ripercorre la vita del grande resista polacco.

Roman Polanski: a Film Memoir

18.05.2012 - Autore: Ludovica Sanfelice
Non capita spesso di trovarsi al cospetto di un’esistenza tanto straordinaria e controversa come quella di Roman Polanski. Lui che ha incontrato il Trionfo e la Rovina, quei due impostori di cui parlava Rudyard Kipling nella poesia “Se”, e li ha trattati allo stesso modo. Lui che è sopravvissuto ad un’infanzia struggente nel ghetto di Varsavia. Che ha visto strapparsi via la madre e il padre dall’occupazione tedesca. Che ha sofferto la fame e ha imparato a leggere andando al cinema aggrappandosi alle lettere sfuggenti dei sottotitoli. Lui che ha sopportato lo strazio della perdita di una moglie e un figlio in arrivo uccisi dalla follia del fanatismo. Che ha avuto un’avventata relazione di una notte con una minorenne, e malgrado abbia pagato l’errore con il carcere e l’esilio dall’America, è stato sottoposto ad un assedio mediatico e a una persecuzione giudiziaria che ha dato il suo spettacolare colpo di coda il 26 settembre 2009 all’aeroporto di Zurigo quando, con un mandato di cattura internazionale, il regista viene arrestato di nuovo.
Grazie ad un ricorso e dietro il pagamento di una carissima cauzione Polanski ha infine ottenuto gli arresti domiciliari ed è stato poi liberato quando il vizio di forma della richiesta di estradizione americana è venuto a galla.

E proprio nel periodo del confino a Gstaad, il suo amico e collega Andrew Braunsberg, produttore di alcune sue opere, è andato a trovarlo. Da quell’incontro è venuto fuori il documentario di Laurent Bouzereau Roman Polanski: a Film Memoir”.

Nella semplicità di una chiacchierata intima tra vecchi amici la storia di questa vita che ne contiene cento si riavvolge incrociando la memoria con immagini, fotografie private, ritagli di giornali, stralci di servizi giornalistici, scene dei film, e cucendo insieme i rapidi e folgoranti successi artistici ai disastri, alle crisi, ma anche alle gioie oggi condivise con una moglie meravigliosa, con i suoi due bambini e con la famiglia di collaboratori fedelissimi di questo minuscolo ottantenne temprato, astuto, lucidissimo, malinconico ed ironico.
Quella che si srotola sullo schermo è un’esistenza che avrebbe stroncato chiunque. Chiunque ma non lui che aveva il cinema e aveva il genio e ha saputo trasformarli in un patrimonio mentre salvava se stesso.

Il racconto, a tratti commosso a tratti risolto e buffo, strega. Oltre ad essere coinvolgente e dinamico, riesce ad aprire una finestra sulla miseria dei giudizi affrettati, e ricorda come anche il caso sia un attore principale della vita che può scorrere via dritta o azzardare corsi molto più tortuosi e sorprendenti. Più di ogni altra cosa però quello che la visione di questo film offre è la chiave per leggere in modo nuovo l’opera del regista che infondo la sua storia la racconta da tempo.

Per vivere un’esistenza tanto straordinaria bisogna essere prima di tutto un Uomo. E al di là di ogni giudizio collaterale, Polanski lo è.

Roman Polanski: a Film Memoir, presentato in anteprima al Festival di Cannes, arriva nelle sale venerdì 18 maggio distribuito da Lucky Red.

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