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Roger Deakins, maestro della fotografia

Per la prima volta dedichiamo spazio ad uno dei più grandi direttori della fotografia del cinema contemporaneo. Un professionista che ha illuminato set di film indimenticabili in 30 anni di carriera. Il suo appuntamento con l'Oscar è inevitabile.

Roger Deakins, maestro della fotografia

30.01.2009 - Autore: Leonardo Godano
Alla première romana de “Il Dubbio”, il regista John Patrick Shanley si è presentato ai giornalisti ed ha esclamato: “Oggi vedrete il mio nuovo film. Spero che vi piaccia: l’ho girato nei veri luoghi in cui ho vissuto da bambino. Vi assicuro però una cosa: Roger Deakins ha curato la fotografia, quindi che vi piaccia o meno, le immagini saranno davvero belle”.

Nel corso del nostro incontro col regista, non abbiamo potuto fare a meno di chiedergli del lavoro svolto con Deakins: “Cosa posso dirvi di più? – ha detto Shanley - è uno dei tre migliori cameramen in circolazione. Mi è stato di estremo aiuto: in questo film volevo usare il colore in modo molto specifico e particolare, soprattutto per gli esterni che erano molto autunnali. Avevo bisogno di molti grigi e marroni spenti. Per contrasto l’ufficio e la sala del convento sono molto forti e audaci e hanno colori contro i quali le suore - che sono vestite di nero - si stagliano di più. Alcune scene nell’ufficio vi ricorderanno un po’ i maestri olandesi

Si dice sempre che le persone più importanti su un set cinematografico siano il regista e il direttore della fotografia (e qualcuno nutre dubbi perfino sul regista)… eppure Roger Deakins non è mai stato premiato con un Oscar, sebbene sul suo curriculum artistico ci siano al momento ben 9 nomination. Lo scorso anno venne nominato per ben due film, “Non è un paese per vecchi” e “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”; quest’anno, invece, è in lizza per “The Reader”… e chissà, magari l’Academy si prenderà finalmente cura di lui. Tra i suoi tanti lavori ricordiamo anche le collaborazioni con i Fratelli Coen (un totale di nove film), Martin Scorsese (“Kundun”), M.Night Shyamalan (“The Village”) e anche Sam Mendes (“Revolutionary Road”).

Tutto quello che volevo fare agli inizi di questa carriera era scattare foto alle persone – ha detto Deakins – oppure realizzare documentari sulla gente e provare a mostrare ad un pubblico il modo di vita di qualcuno. Sapete di cosa sto parlando? Del fatto che come individui siamo tutti molto simili”. A proposito della sua carriera trentennale al cinema, Deakins ha affermato: “Ognuno dei registi con cui ho lavorato ha un modo diverso di girare. E quindi posso dirvi che ciò che viene chiesto ad un direttore della fotografia è sempre diverso. A volte ci si concentra sul lavoro una volta arrivati sul set, altre invece – come ad esempio coi Fratelli Coen – tutto è già pianificato durante la pre-produzione. […] Certamente se poi sul set si trova un’idea migliore allora la segui. Ma con i Coen è una sorta di stile molto formale. Ricordo, invece, che per Jesse James avevamo diverse idee su come illuminare alcune sequenze, altre volte le abbiamo perfino discusse con gli attori… a volte loro possono improvvisare e quindi io devo semplicemente adeguarmi e continuare a girare. Il mio lavoro è una cosa davvero emozionante, soprattutto per il fatto che può variare perfino nel corso delle riprese di una pellicola”.

Tornando a parlare del lavoro con i Coen, Deakins ha dichiarato: “Spesso sono proprio le sceneggiature a suggerirti l'approccio visivo. Quindi una parte del lavoro è già avviata dal copione. E poi, come puoi sbagliare il tuo lavoro quando hai da riprendere un primo piano di Tommy Lee Jones? Sapete cosa voglio dire? La sua performance in Non è un paese per vecchi… la sua faccia è già un’immagine potentissima. E i dialoghi che pronuncia… non c’è poi così tanto da fare con una performance così grandiosa”.

Al momento Deakins  ha appena terminato le riprese di “A Serious Man”, la nuova commedia dei Fratelli Coen in arrivo sugli schermi entro l’anno. Passerà mai ufficialmente dietro la macchina da presa? “Tanto tempo fa ho scritto anche io qualche copione. Al momento amo il mio lavoro e so che non ci sarebbe nient’altro di così bello. Sono così contento di poter contribuire e sentirmi soddisfatto da quello che faccio. Non potrei chiedere di meglio”.