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Ray Liotta armato fino ai denti

Laureato in ruoli da duro, l'eterno Bravo Ragazzo ci confessa: "A casa ho due pistole"

Ray Liotta

30.08.2012 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Festival di Venezia
Dove finisce il personaggio e comincia l’uomo? Davanti a Ray Liotta la risposta non è mai chiara. Specialmente quando Film.it gli chiede se lui possiede per davvero una pistola in casa sua: “Sì, a essere sinceri ne ho due” – replica senza batter ciglio. Comincia così la chiacchierata di trenta minuti con l’attore davanti alla spiaggia del Lido di Venezia. 

Ray Liotta intervista The Iceman Festival di Venezia 2012
Liotta in The Iceman

Lo incontriamo nel giorno della presentazione di The Iceman, noir interpretato al fianco del sempre immensamente instabile Michael Shannon e in cui – ancora una volta – interpreta il ruolo del mafioso. “A dire la verità – precisa Liotta – questo è il secondo mafioso che faccio in tutta la mia carriera”. Sullo schermo è uno dei duri più duri del cinema americano, ma lui alza di nuovo la guardia nominando tutti gli altri ruoli interpretati: “Sono stato buono in L’uomo dei sogni, Una moglie per papà, Heartbreakers e Quando gli elefanti volavano! Eppure tutti si ricordano solo i miei ruoli da cattivo. Capita anche a De Niro e Pacino, loro hanno interpretato tantissimi personaggi positivi, però indovinate un po’ quali sono quelli che restano scolpiti nella memoria…”.

The Iceman racconta la storia vera di un padre di famiglia che di mestiere fa il sicario senza scrupoli. Pensi che sia anche una metafora sul killer che c’è in tutti noi?
Be’ spero di no. L’unica ragione per cui ricorrerei all’omicidio è se qualcuno entrasse nella mia casa e minacciasse la mia famiglia: gli sparerei all’istante. Ci tengo a precisare però, che non sono mai stato coinvolto in una rissa in tutta la mia vita.

Parliamo un momento di Quei bravi ragazzi
Certamente parliamone! Ne parlerò sempre. Quel ruolo mi ha permesso di andare avanti ogni giorno. Quando mi fermano per strada mi ricordano sempre nei panni di Henry. Mi capita di incontrare anche i più giovani che mi ripetono le battute di quel film a memoria. L’ho rivisto da poco per la prima volta dopo venti anni.

Ray Liotta intervista The Iceman Festival di Venezia 2012
Martin Scorsese e i Bravi Ragazzi nel 1990

Come mai così tanto tempo?

Non vedo mai i miei film, ma recentemente sono stato invitato al Festival di Aruba dove mi hanno chiesto di presentare la proiezione di Quei bravi ragazzi. Con me c’era mia figlia e le ho chiesto se le andava di vederlo sul grande schermo. Non lo aveva mai fatto prima: ricordo che una volta iniziammo a vederlo insieme, ma già dopo venti minuti lei era stufa della mia voce fuoricampo che andava e veniva. “Vuoi star zitto?” continuava a ripetermi.

Penso spesso alla scena di ambientata in prigione con te che prepari i manicaretti per i boss. Com’è Ray Liotta tra i fornelli?
Diciamo che sono impeccabile nel riscaldare le cose! Ok, cucino qualcosa per mia figlia e amo il barbecue, ma non so fare altro.

Hai interpretato più di ottanta film, ma hai cominciato a recitare a trenta anni. Come mai sei arrivato così tardi al cinema?

E’ una cosa a cui penso spesso. Mi rincuora il fatto che altri colleghi illustri come Gene Hackman o Robert Duvall abbiano cominciato tardi.

Fare l’attore era il tuo sogno proibito?
Macché. Ho cominciato a recitare al liceo per trovare un’attività che mi avrebbe evitato duro lavoro di studio. Quasi per scherzo insieme ad altri amici. All’università di Miami ricordo che mi misi in fila per scegliere un corso in particolare: c’erano scienze, matematica e poi questa fila di belle ragazze che sostenevano un provino per entrare al corso di recitazione. Mi sono imbucato subito. Da quel momento ho cominciato a fare sul serio. All’università ho fatto tantissimi musical: ero un cameriere ballerino in Cabaret.

Ray Liotta intervista The Iceman Festival di Venezia 2012
Cogan - Killing Them Softly

Pare che tu insista nel non avere la controfigura nelle scene violente…
Proprio così. La cosa più importante è rendere tutto reale. Recentemente mi sono fatto male al collo e non posso girarlo più di tanto sul lato sinistro. Mi fa un male cane. È successo sul set di Cogan – Killing Them Softly, dove in pratica mi pestano in ogni scena. Il regista Andrew Dominik mi ha fatto soffrire parecchio. Quel film è pieno di gangster e sicari e anche io sono un criminale, ma paragonato agli altri sono l’agnellino del gruppo!


Film.it è in prima linea al Festival di Venezia 2012: i film, i personaggi, le interviste e i dietro le quinte dal grande evento in laguna. Per conoscere tutto questo, vi invitiamo nel nostro speciale sulla Mostra.

 

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