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Quitting

Il film è la storia vera di un attore che si perde nella tossicodipendenza e nella ricerca di una propria identità.

Festival Venezia

04.09.2001 - Autore: Jacopo Tomassini
Regia.: Zhang Yang Interp.: Jia Hongsheng, Jia Fengsen, Chai Xiuling Cina 2001   Quitting è la storia vera di un attore, molto noto agli inizi degli anni novanta, che si perde nella tossicodipendenza e nella ricerca di una propria identità. Jia Hongsheng viene preso, dal regista Zhang Yang, come il simbolo di una generazione che tenta di riconoscersi in una tradizione e in dei costumi occidentali. Questo rifiuto della propria identità culturale porta il giovane lentamente alla deriva. Abbandona la carriera di attore, disgustato dal mondo cinematografico, e scivola in una depressione che logora i rapporti con la famiglia, che disperatamente cerca di aiutarlo. Ma fra lui e i genitori non cè comunicazione. Non ci sono punti di contatto fra una famiglia di origine contadina e questo uomo trasfigurato da una vita estrema. Hongsheng riesce a salvarsi da questo disperato oblio scontrandosi con la realtà di un centro di igiene mentale, dove i genitori allo strenuo delle forze decidono farlo ricoverare. Il film inizia con le voci fuori campo di una compagnia teatrale che sceglie di fare uno spettacolo sulla vita del giovane attore ormai scomparso dagli schermi. Dopodiché tutta la pellicola procede ignorando la premessa e concentrandosi sulla vita che Hongsheng ha trascorso lontano dai set. Capiamo che le interviste che si mescolano con il film vero e proprio sono gli incontri organizzati dal regista teatrale solo quando con un lungo piano sequenza si scopre che la casa non è altro che una ricostruzione fatta in teatro. Per questa forma complessa e originale che il regista sceglie di dare al film ci chiediamo se non venga tralasciata una parte dei contenuti che a volte risultano poco approfonditi.Il gioco si fa forzato, quando scopriamo che il film ci mostra una finzione cinematografica che evoca, in modo irreale, la messa in scena teatrale Forse il regista ha privilegiato la struttura formale del film a discapito della narrazione che avrebbe potuto essere molto più coinvolgente.  
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