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Quem es tu?

Una tragedia portoghese dal ritmo lento e dalla affascinante capacità visiva.

venezia, Quem es tu?

30.08.2001 - Autore: Ludovica Rampoldi
Portogallo, seconda metà del Cinquecento. Maria Noronha è una ragazzina gracile e cagionevole, il corpo scosso dai continui attacchi di tosse, la tisi che le divora la vita. Per alleviare il suo dolore trascorre la notte con dei papaveri sotto il cuscino che hanno sul suo sonno un effetto psichedelico. Le allucinazioni si rincorrono nei suoi sogni, apparizioni di re folli e deformi, il sangue, la santa inquisizione, lo sperma, i musulmani infervorati, echi di battaglie e di disastrose disfatte militari. Attraverso i suoi sogni lo spettatore viene guidato in un momento fatale della storia del Portogallo per mano dei suoi patrioti, come lo squilibrato Re Sebastiano, il casto re epilettico che guidò il suo paese a una crociata anacronistica e suicida. Quem es tu? è un film difficile da catalogare, è una tragedia portoghese di fatalismo, nostalgia, candore ed energia. Ha il ritmo lento, estenuante,gli istanti dilatati e i dialoghi aulici e stratificati di un auto sacramentale. E film dalla capacità visiva potente, la luce che impasta i colori, in cui ogni inquadratura ricorda un quadro. Velaquez, nei cui quadri sotto la apparente pacifica sonnolenza della vita di corte irrompe segretamente larcano, la minaccia incombente, il male che trasfigura i volti, o anche i ritratti di Francis Bacon o di El Greco. Un senso di decadenza irrompe lentamente sulla scena asfittica: è la decadenza stessa del Portogallo, la peste, i mori, i castigliani che premono. Il disfacimento, la putrefazione, prendono corpo nei sogni oppiacei di Maria, cadaveri spolpati appesi ai ganci, topi, vermi che escono dai teschi. Tutto questo crea un contrasto violento con il fascino suggestivo dei drappi, degli enormi ritratti appesi alle pareti, delle statue, dei tendaggi di velluto e dei sontuosi vestiti color porpora. Lo spazio in cui si svolge Quem es tu? è lo spazio chiuso e soffocante del castello, le mura spesse e granitiche: non cè nessuna finestra, non cè spiraglio alla speranza. Ci sono solo le voci sospese dei personaggi che rimbombano tra i marmi. Nessuna azione, solo dialogo. Quem es tu? difficilmente troverà molto spazio nei circuiti distributivi italiani, anche perché è lecito porsi la domanda se questo film, che è stato tratto dalla geniale piéce teatrale Frei Luis de Sousa di Almeida Garret, non abbia nel teatro il suo unico luogo possibile. Il sipario che cala alla fine della pellicola a chiudere la tragedia sembra indicare questa strada.  
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