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Polemiche, chiacchiere, risate e applausi

La cinquantanovesima edizione della mostra del cinema di Venezia si è aperta tra le polemiche.

Venezia 59

12.04.2007 - Autore: Matteo Nucci
La cinquantanovesima edizione della mostra del cinema di Venezia si è aperta tra le polemiche. Lavvento del nuovo governo ha portato, prima, allo smantellamento dei precedenti vertici e alla frettolosa designazione di un nuovo direttore, poi alla sconfessione da parte del ministro Urbani dello stesso direttore de Hadeln, infine alla ritrattazione Intanto il festival si è aperto. Ma quando sono mancate le polemiche? Venezia è così e non ci si potrebbe neppure stupire troppo. Manca la passerella, questanno. Questa è la vera novità. I divi sono accompagnati, su scintillanti macchine che sponsorizzano levento, fin sotto le scale del Palazzo del Cinema e i fan assediano le transenne per godersi quei pochi secondi di vicinanza. De Hadeln sostiene che solo le vere star potevano passeggiare tranquillamente, per gli altri poteva diventare un incubo. E così ora lincubo sicuro è riservato solo a chi arriva privo di qualsiasi autovettura... Ma tantè. È Venezia. E allora pazienza. E pazienza se si ha limpressione che le vere star questanno non abbiano davvero intenzione di venire. Il festival si è aperto lo stesso. Chiacchiere e polemiche fanno parte del gioco. Del resto cè Sofia Loren a placare gli animi di chi desidera presenze roboanti. Non importa se sia qui per sostenere il figlio allesordio con un film in cui la mamma è presente assieme a Mira Sorvino e Gerard Depardieu. E non importa se Between Strangers, nonostante simili attori, non abbia toccato granché gli animi del pubblico. In fondo è un fuori concorso e il festival è stato aperto da ben altro film. Frida di Julie Taymor racconta la storia di Frida Kahlo, artista rivoluzionaria messicana recentemente al centro di unintensa opera di rivalutazione. Schiacciata dallingombrante presenza del marito Diego Rivera, poliomielitica allinfanzia, perseguitata dalle operazioni che seguirono un terribile incidente, la Kahlo (impersonata dalla brava Salma Hayek) fu personalità assolutamente particolare fra artisti e rivoluzionari (per es. Trotskij). Lambientazione storica ben poco realistica, i personaggi dipinti in maniera spesso quasi ridicola e, in generale, un senso del grottesco allapparenza inconsapevole hanno prodotto risate e mormorii di disapprovazione fra il pubblico. Ed è stata una fortuna, allora, assistere allapplauso liberatorio che ha invece accolto The Magdalene Sisters di Peter Mullan. Un film duro, impresso sui volti di chi abbandonava la sala. La storia dei conventi Magdalene, gestiti, in Irlanda, da suore che si ripromettevano di redimere giovani donne colpevoli di essere troppo carine o magari vittime di stupro. Lespiazione dei peccati consisteva in pene torbide infinite e intollerabili. La cruda rappresentazione di un meccanismo stritolante: suore carnefici che diventano quasi vittime del loro dio, mentre la condizione della donna risalta senza retorica, considerando che la chiusura dellultimo convento risale soltanto a sei anni fa. Applausi meritati, dunque. E il Festival è davvero cominciato.  
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