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Palma d'Oro a Gus van Sant

Con Elephant di Gus Van Sant va a un film americano la Palma d'Oro del 56^ festival di Cannes. Restano a mani vuote i favoriti Lars von Trier e Nicole Kidman. Marco Tullio Giordana con «La meglio gioventù» ha vinto il premio «Un certain regard».

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26.05.2003 - Autore: Terry Marocco
Il 56esimo Festival di Cannes chiude i battenti con le pive nel sacco. Grande flop e battibecco con Variety, che ha criticato pesantemente le sue scelte. Il presidente della rassegna, Gilles Jacob, ha detto: «Almeno c'è stato il sole». Ma il bel tempo non è bastato a risollevare una manifestazione un po' affaticata, opaca, pasticciata. Palma d'Oro a Gus van Sant per il suo «Elephant», ritratto crudo della gioventù bruciata americana. Ancora una volta in scena l'atroce massacro del '99 alla Columbine high school, magistralmente trattato da Michael Moore in «Bowling for Columbine». Non ci dispiace che il Palmarés sia andato al regista di «Drugstore cowboy» e «My Own Private Idaho» (film cult che lanciò il mito di River Phoenix, biondo e dannato, morto troppo presto di overdose davanti al Viper room di L.A), ma forse ci si aspettava un riconoscimento al grande favorito «Dogville» di Lars von Trier. O almeno alla bellissima e quasi aliena, con la sua acconciatura da Barbarella, Nicole Kidman, perfetta nel ruolo della protagonista. Il premio come miglior attrice è andato invece a Marie Josee Croze per «Les invasions Barbares» del canadese Arcand, che ha conquistato anche il premio per la migliore sceneggiatura. Miglior attore, ex-aequo ai protagonisti del film turco «Uzak». Commovente che uno dei due, Toprak, sia morto durante le riprese. Premio della giuria all'iraniana Samira Makhmalbaf con «At five in the Afternoon», film girato a Kabul dopo la caduta del regime talebano. Giovanissima è però un'habituée, premiata nel '98 per «La mela». Pupi Avati, dopo grandi applausi e ottima critica della stampa, non ha portato a casa nulla e ce ne dispiace, soprattutto per Neri Marcorè. La Francia continua a restare a bocca asciutta, da 15 anni senza Palma, anche se questa volta aveva ben cinque film in concorso. Per «Les cotelettes», sono piovuti addirittura i fischi. L'America è stata defilata, solo tre film oltre all'evento di «Matrix Reloaded». «Mistyc River» con il rugoso e affascinanate Clint Eastwood alla regia è veramente degno di nota. Bel thriller, ritratto inquietante dell'America e tre grandi attori, Sean Penn, sempre più bravo, Kevin Bacon e Tim Robbins. Sarà premiato dal pubblico. L'altro «The Brown Bunny» dell'eclettico Vincent Gallo è da dimenticare, a parte per la scena finale. Un dettagliatissimo rapporto orale, questo indimenticabile: qualcuno ha proposto il membro di Vincent come attore protagonista. Da non perdere di vista Ludivine Sagnier, nuova musa del cinema francese. Sexy e in ascesa. Per quello che riguarda gli esordienti italiani, «L'isola» di Costanza Quatriglio e «B.B. e il cormorano», di Edoardo Gabriellini. Buone critiche. Siamo felici di veder apprezzata la protagonista del secondo, Carolina Felline. Noi l'avevamo già notata e segnalata per il suo primo film, «Biuti Quin Olivia». Un grande applauso per Marco Tullio Giordana che con il suo «La meglio gioventù» ha vinto il premio «Un certain regard». E la Rai, che non l'ha voluto trasmettere, conferma la sua pavidità.