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"My sweet home"
"My sweet home"

17.02.2001 - Autore: Andrea Nobile
Unico film in concorso in lingua tedesca, My sweet home ha entusiasmato un pubblico (ovviamente folto) per la sua freschezza e per la sua verve comica. My sweet home è un film multietnico e multiculturale, e, infatti, il regista, Filippos Tsitos, é un greco che da dieci anni vive a Berlino, dove ha studiato regia alla Berlin Film Academy. Con il suo primo film, un cortometraggio del 1995, Parlez-moi d´amour (vincitore del prestigioso German Film Prize per il miglior corto), Tsitos aveva affrontato il tema dell\'incontro tra culture differenti: i due protagonisti, due studenti della Berlin Film Academy, uno greco e uno tedesco, pur non riuscendo a trovare una lingua davvero comune cercano di mantenere viva una discussione sul senso della parola amore.
La trama
My sweet home é ambientato quasi per intero in un pub di Berlino.
Bruce Weber (Harvey Friedman), un quarantenne americano che non sa cosa fare della sua vita, ha appena convinto Anke (Nadja Uhl) a sposarlo, nonostante i due si conoscano solo da poco più di un mese. Se escludiamo la scena iniziale e quella finale, tutto il film racconta la notte precedente le nozze, nella quale i due, secondo la tradizione tedesca, danno una piccola festa nel pub dove si sono conosciuti. A parte la madre di Anke, decisamente contraria al matrimonio (Anke ha già un figlio nato da una precedente relazione fallita miseramente), nessun altro si può davvero dire un \'invitato\' alla festa. Tutti si trovano nel pub, un campionario di varia umanità proveniente dalla diverse parti del mondo che vengono coinvolti nei festeggiamenti. Ma ovviamente presto la serata diventa l\'occasione per un confronto tra le varie etnie e culture presenti, dal marocchino convinto che quando c\'era il Muro a Berlino la vita era più divertente, alla coppia di spiantati russi che non la smettono di rubarsi a vicenda il poco denaro che guadagnano come artisti da strada, alla donna orientale che tenta inutilmente di scappare dal suo vecchio marito tedesco, al ragazzo brasiliano che si atteggia da duro ma che non riesce a tornare a casa per dire alla moglie che é stato espulso dalla Germania, fino al barista che vorrebbe essere in un qualsiasi luogo che non sia Berlino e tenta di convincere ogni cliente straniero a portarlo via con sé. Naturalmente anche Bruce ha i suoi problemi: si sente un fallito e attraversa una difficile crisi di mezza età, e non sa se fa la cosa giusta sposando Anke, o se piuttosto non se ne dovrebbe tornare finalmente negli Usa e ammettere il suo fallimento. E in qualche modo la serata cambierà qualcosa in ognuno dei partecipanti alla festa.
Il commento
My sweet home é una vera sorpresa. Alternando con maestria momenti drammatici e melanconici e toni decisamente da commedia, con battute fulminanti e taglienti, Tsitos realizza un\'opera davvero godibile, che senza grandi ambizioni riesce a intrattenere con stile. L\'analisi della Berlino crocevia di popoli e culture é divertente ma anche incisiva, come solo il punto di vista di un emigrato poteva realizzare.
Il film é una ricetta con tre ingredienti basilari: una grande sceneggiatura con degli splendidi dialoghi, un cast di altissimo livello e infine una colonna sonora strepitosa e \'avvolgente\', grazie alla presenza alla festa della ´Balkan all star band´ che riesce a sottolineare e accompagnare ogni momento del film con la musica appropriata.
E´ sorprendente quello che Tsitos riesce a tirare fuori da un film costato pochissimo, girato quasi tutto in una sola location (oltre al pub ci sono solo due esterni e un altro interno). My sweet home potrebbe sembrare un Clerks girato da Kusturica, tanto il melange di cultura balcana, europea e americana é equilibrato. Inoltre il film, pur nelle vesti della commedia agrodolce, affronta in modo non banale temi importanti che non si limitano alle differenze multiculturali e generazionali (il rapporto dei partecipanti alla festa con i genitori). Peccato che difficilmente le commedie vincono premi.