Eccolo dunque alla prova sul palco della sala stampa, affiancato dalla sua giuria. Colleghi che lui definisce “Persone aperte. È una cosa stimolante lavorare con loro. Lontani da ogni pregiudizio”. Moretti lascia la parola ai colleghi Ewan McGregor, Diane Kruger e Jean-Paul Gaultier, i più gettonati, ma anche coloro i quali danno le risposte più diplomatiche. Su tutti lo stilista francese a cui chiediamo, tra le risate di cuore della stampa e dei giurati: “Signor Gautier, se vedesse un capolavoro, ma talmente low budget da non potersi permettere costumi decenti, lo considererebbe comunque un capolavoro?”. Ovviamente Gaultier non raccoglie la nostra sfida e dice “che lo stile non è l’unica cosa che fa il film”.
La palla dunque torna a Moretti, che finalmente lascia intuire un po’ il suo pensiero: “Siamo in nove, purtroppo questa sarà una democrazia… io sono come un capoclasse. Mi sono convertito alla collegialità”. E poi rincara la dose lamentandosi dell’altro incontro stampa previsto poco dopo la premiazione del Festival, il prossimo 27 maggio: “Sono stato in giuria quindici anni fa, quando c’era obbligo di riservatezza e silenzio. Ora invece c’è una conferenza stampa subito dopo la premiazione”. E, riecheggiando “Habemus Papam”, affonda: “Una volta c’erano solo due eventi di tale riservatezza solenne. Adesso è rimasto solo il Conclave!”.
Se il buon vecchio Nanni non si smentisce, la battuta finale è tutta del regista Alexander Payne che sottolinea “l’importanza dell’arte che vince qualsiasi competizione. Sia qui a Cannes che agli Oscar è la selezione dei film la cosa più importante. Non i premi”.
Oltre a Nanni Moretti, la giuria internazionale del 65° Festival di Cannes comprende lo stilista Jean-Paul Gaultier, all'attrice Diane Kruger e all'attore Ewan McGregor (i cui nomi già circolavano in via ufficiosa da ieri), ci saranno Emmanuelle Devos, l'attrice e regista palestinese Hiam Abbass, la regista britannica Andrea Arnold, il produttore e regista americano Alexander Payne e l'haitiano Raoul Peck.
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