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LUCE DEI MIEI OCCHI

Piccioni torna a raccontare gli amati personaggi 'fuori dal mondo'.

festival venezia, luce dei miei occhi

04.09.2001 - Autore: Ludovica Rampoldi
Antonio fa lautista, e lo sa fare bene perché sa quando è il momento di parlare o di tacere. A dir la verità Antonio non parla molto, si rinchiude nei libri di fantascienza e immagina la terra come vista dalla luna. Nei suoi libri ha trovato anche un alter ego, Morgan, un terrestre in viaggio in una galassia sconosciuta, ed è attraverso i suoi occhi che Antonio osserva il mondo e le persone. Maria è la donna che ama, un negozio di surgelati aperto indebitandosi e una figlia, Lisa, che il tribunale dei minori le vorrebbe portare via. Maria non si ama, se potesse rinnegherebbe tutto e sa di avere fatto nella vita solo scelte sbagliate. Per avere il suo amore, Antonio le racconta delle storie affascinanti, la porta a cena, le tiene il negozio, ma lo sguardo di Maria è sempre assorto altrove. Nella testa di Maria altri pensieri hanno il sopravvento, un uomo che la maltratta e uno strozzino a cui deve dei soldi. Tanti soldi, tanti che non ce la fa più. Pur di estinguere il debito che attanaglia la donna, Antonio si mette al servizio di Saverio lo strozzino, lasciando però Maria alloscuro di tutto. E in questo amore contrastato si lascia sfuggire ulteriormente il contatto con la realtà e il suo lavoro. Ma forse non tutto è perduto. Giorno dopo giorno le vite di Antonio e Maria si ripetono identiche. Gente da accompagnare, clienti da servire. Sempre sul punto di smarrirsi, di svanire, Antonio e Maria sono come due naufraghi, stanchi e perduti, divisi tra il desiderio e lincapacità di essere in mezzo agli altri. Antonio guarda il mondo come i suoi eroi di fantascienza osservano gli alieni, un mondo fatto di gente che corre verso una precisa destinazione, gente che ha un progetto a cui darsi. Invece Antonio non va da nessuna parte, non cè meta né partenza nel suo cammino, solo uno spostarsi, un vagare che non è troppo diverso dal suo accompagnare i clienti con la macchina. Sono così i personaggi che Piccioni ama raccontare, fuori dal mondo, come il titolo del suo precedente film che gli è valso molti consensi e cinque David di Donatello. Ottima prova per gli attori Luigi Lo Cascio e Sandra Ceccarelli, il primo reso famoso da I cento passi, la seconda scoperta da Olmi nel Mestiere delle armi, glorificati dalle inaspettate Coppe Volpi per le migliori interpretazioni. Sempre perfetto Silvio Orlando, che riesce a calibrare la sua parte con stile e ironia e non rende mai banale un personaggio a rischio.