
Nel film Clooney interpreta Ryan Bingham, un’anima perduta. Un impiegato costantemente in viaggio – per questo gli piace dire che ormai vive solo sugli aerei - la cui mansione è quella di licenziare la gente. Infelice e solo, Ryan ha un unico obiettivo: collezionare dieci milioni di miglia dei frequent flyer, un record che pochi sono riusciti a raggiungere. Sarà determinato a farlo, prima che lui stesso si licenzi o venga licenziato. La compagnia, infatti, ha nuovi progetti e per questo gli affida Natalie, (Anna Kendrick, la Jessica della saga di “Twilight”), una collega appena assunta al fine di terminare i licenziamenti diretti e praticarli soltanto online, via chat. E poi c’è Alex (Vera Farmiga), un’altra frequent flyer. Colei che sarà presto al centro delle attenzioni di Ryan. Il protagonista, infatti, vedrà in lei uno specchio con i suoi stessi problemi. Sarà proprio Alex ad aprire l’animo di Ryan agli spettatori. “Questo film riguarda lo studio di una filosofia – spiega Reitman – E se voi decideste di vivere in costante movimento, senza niente e completamente soli?” Il regista aggiunge: “in un certo senso il film è la storia di un uomo che licenzia la gente per guadagnarsi da vivere. In un altro senso è un film su un uomo che raccoglie costantemente miglia. E infine è anche un film su un uomo che conosce una donna così simile a lui e, anche se entrambi credono nel vivere da soli, inevitabilmente cominciano ad innamorarsi”.

Di sicuro non dimenticherete più questo George Clooney triste e imbottito di farmaci anti-depressivi… altro che glamour da superstar! “Quanto pesa la vostra vita? – chiede il suo personaggio - Immaginate per un secondo di andare in giro con uno zaino sulle spalle. Voglio che mettiate in quello zaino tutte le cose che avete nella vita; cominciamo con le piccole cose… quelle negli scaffali, nei cassetti e i piccoli oggetti. E poi mettete dentro le cose più grandi: vestiti, elettrodomestici, lampadari, un televisore… e adesso quello zaino comincia a essere pesante… e allora mettete dentro cose ancora più grandi. Il vostro divano, la vostra macchina, la vostra casa. Voglio che mettiate tutto all’interno dello zaino. E adesso voglio che lo riempiate di persone. Cominciate con le conoscenze casuali, amici di amici, le persone del vostro ufficio… e poi passate alle persone di cui vi fidate e a cui confessate i vostri segreti più intimi. Fratelli, le vostre sorelle, i bambini, i vostri genitori e alla fine vostro marito o vostra moglie, il vostro fidanzato o la vostra ragazza. Metteteli in quello zaino. E sentitene il peso. Fate attenzione, le vostre relazioni sono la componente più pesante della vostra vita. Tutte quelle negoziazioni, le liti, i segreti e i compromessi. Più ci muoviamo lentamente, più muoriamo velocemente. Fate attenzione, muoversi vuol dire vivere”.

“Up in the Air” ha travolto con grande successo la critica internazionale al Toronto Film Festival. Nella sua recensione intitolata “L’uomo che non atterrò”, il guru Roger Ebert scrive: “Il film ha tanto da dire sulla disoccupazione. Ma riguarda soprattutto la solitudine, una sensazione che il personaggio di Clooney non avrebbe mai immaginato di provare. Questa è una delle sue migliori prove attoriali”. E, a proposito del regista, Ebert continua: “Jason Reitman ha un talento unico. Tutti i suoi film sono molto divertenti, ma nessuno di loro è una commedia. E nemmeno ha mai fatto un film destinato ad un’unica generazione. Tutti e tre i suoi film sono incentrati su caratteristiche particolari della nostra società”.
“Up in the Air” sarà distribuito dalla Universal Pictures dal 15 gennaio. Noi lo attendiamo con ansia.
Per saperne di più
Il trailer del film
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