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L'Italia a Berlino
Il festival di Berlino

02.02.2001 - Autore: Beatrice Rutiloni
BERLINO - ITALIA
UnItalia al gran completo per la 51° edizione del Festival di Berlino. Ben nove titoli italiani sono stati selezionati per partecipare al festival: due nel concorso ufficiale, il blockbuster Malena di Tornatore, ormai partito per potenti campagne pubblicitarie sospinto dallonda Miramax che distribuisce il film nelle sale americane e che ha contribuito alla candidatura ai Golden globe, e Le fate ignoranti di Ferzan Ozpetek, il regista di origine turca autore di una trilogia catartica che va da Bagno turco passando per Harem Suarè fino al molto italiano nello script e altrimenti detto Le fate del Gazometro, girato interamente nel quartiere Ostiense di Roma, dove il regista abita da oltre ventanni. Cè da essere contenti, ma bisogna ridimensionare la gioia profusa a suon di cifre dal capo del Dipartimento dello Spettacolo, Rosaria Rummo: La quota del prodotto italiano sul mercato è passata dal 13% della scorsa stagione al 22% del 2000 (anche se di questo risultato dobbiamo ringraziare Aldo, Giovanni e Giacomo). Ciò significa che il pubblico italiano va sempre più a vedere i nostri film. A Berlino dunque le piccole storie di vita italiane e la conferma del cinema asiatico, quello sì carico di aspettative, vanno forte. Per questo, forse, abbiamo fatto pace con il Festival tedesco che da almeno dieci anni ci snobbava, con gli occhi spesso rivolti ai campioni del box office americano. Noi siamo lesempio, e di questo semmai dobbiamo essere contenti, di una rinascita, che sarebbe ingiusto non dirlo, cè stata. Tra un Pane e Tulipani e un Chiedimi se sono felice hanno deciso che ce labbiamo fatta.
Eterogenea la presenza nostrana allappuntamento: dai classici che rappresentano lItalia canonica come Tornatore o Luciano Emmer, omaggiato con la proiezione della sua ultima fatica, Una lunga lunga lunga notte damore, al lifestyle multiculturale di Ozpetek, alle vecchie glorie del cinema anni 70 come Peter del Monte, inserito nella sezione Panorama assieme a Riconciliati di Rosalia Polizzi e a Domenica di Wilma Labate, quasi amareggiata di essere stata preferita ad Ozpeteck nella selezione ufficiale. La stessa Labate ha affermato: Avrei voluto il posto di Ferzan, inutile negarlo, ma gli voglio bene e sono contenta così. Ci hanno sparpagliato come il prezzemolo un po dappertutto: il giovane e pieno di talento Puglielli nella sezione Forum con Tutta la conoscenza del mondo, una storia sufi, come lui ama definirla, assieme a Commesso viaggiatore di Francesco Dal Bosco e Due novembre 2000: Pasolini oggi, tre cortometraggi diretti da tre autori-lente diametralmente opposti tra loro, Ciprì e Maresco (Totò che visse due volte), Davide Ferrario (Tutti giù per terra) e Gianluigi Toccafondo (Una vita al rovescio). Infine, ma non per ultimo, Il cielo cade di Andrea e Antonio Frazzi, con Isabella Rossellini, che è stato inserito nella sezione film per ragazzi. Ancora tre italiani, due nella giuria, presieduta dal produttore di Titanic, William M. Mechanic, il regista Dario Argento e lattrice Valeria Bruni Tedeschi e uno, Stefano Accorsi, candidato al premio europeo come attore emergente. Il direttore del festival, Moritz de Hadelen, che con questa edizione del 2001 saluta la Berlinale, ha suggellato la pace con lItalia commentando la presenza notevole dei nostri autori: Il cinema italiano sta recuperando il suo ruolo di primo piano nel panorama europeo; la sua forza sta nella diversità delle storie e degli autori.