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L'eterna ragazzina

Rimasto orfano delle grandi star internazionali il Festival di Taormina punta sulle stelle italiane. Se nei primi giorni è stato il turno di Carlo Verdone, oggi è stato il gran giorno di Valeria Golino

Valeria Golino

23.06.2006 - Autore: Elena Dal Forno
Rimasto orfano delle grandi star internazionali il Festival di Taormina punta sulle stelle italiane. Se nei primi giorni è stato il turno di Carlo Verdone, oggi è stato il gran giorno di Valeria Golino che a Taormina confessa di non sapere dire di no. “Io qui vengo ogni volta che mi chiamano”.

Un incontro a tutto tondo quello con Valeria, splendida quarantenne, eppure sempre eterna ragazzina. “Ho appena finito di girare “Il Sole Nero” proprio a Catania – attacca – e quindi sono ancora un po’ provata per questa ridda di emozioni che ho provato lavorando con il maestro Zanussi. E’ un film duro, inqueietante, che racconta la vita di una donna che subisce una perdita e tenta di farsi giustizia da sola. E’ un sud diverso quello che raccontiamo qui, diverso dal “Respiro” di Crialese”. Il mio è un ruolo molto forte, una donna drammatica”.

Sembra che ultimamente lei sia entrata proprio nella fase “drammatica” della sua carriera, ovvero sta scegliendo sempre ruoli che in qualche modo non sono leggeri. A cosa è dovuta questa scelta? “In primo luogo vorrei dire che io scelgo i ruoli non in base a direzioni predefinite ma in base alle storie che mi vengono proposte. Se decido che qualcosa mi piace, che quella storia vale la pena di essere raccontata ecco che in me scatta qualcosa che poi mi fa decidere di lavorare in quel film. E poi contano molto anche i registi con i quali si lavora, quale rapporto esiste con loro... In effetti se escludiamo la mia carriera americana iniziale ho interpretato più ruoli drammatici che altro, ma di questo sono contenta anche se mi piacerebbe fare qualche ruolo leggero, come no! Posso dire che prossimamente girerò per la regia di Fabrizio Bentivoglio un film dove il mio ruolo sara’ “agrodolce” quindi mi vedrete in panni diversi rispetto a quelli abituali. E’ comunque vero che in questo momento prediligo un certo tipo di lavori e ad ottobre iniziero’ a lavorare con Theo Anghelopulos, un film ci cui si preannuncia certo il giorno di inizio riprese, ma non quello di fine. Gireremo in Russia, Germania, Grecia....”

Parliamo de “La Guerra di Mario”, film bellissimo, ma poco riconosciuto in Italia, comunque un successo non di sala, ma solo di critica. Perché secondo lei?

“Mah, me lo chiedo anche io. Non riesco a capire perché alcuni film non abbiamo il giusto riconoscimento da parte anche del pubblico anche se in parte questo lo attribuisco alla cattiva distribuzione da parte di Medusa. Non voglio fare polemiche, lungi da me, ma un film come questo andava sicuramente sostenuto un po’ di più. In Italia non so proprio cosa manchi se anche un bellissimo film come quello di Michele Soavi, “Arrivederci Amore Ciao” non viene premiato. Forse il pubblico non è preparato, non ha voglia di essere provocato o non so che altro. De “La Guerra di Mario” alla fine ne hanno parlato pochissimo e solo il dvd forse aiutera’ la seconda visione. Cosi devo restare orgogliosa per me stessa di avere interpretato quel film e basta”.

Accadde cosi anche con “Respiro” di Crialese. “Esatto. Il film andò benissimo all’estero, ma veramente bene, tanto che Medusa decise di farlo riuscire nelle sale italiane. Eravamo tutti contentissimi per questa cosa, invece poi scopriamo che l’avrebbe fatto uscire in venti copie che era come non farlo uscire. La Medusa purtroppo a volte si vergogna anche di quello che fa e a volte invece distribuisce con grande zelo, ma non importa, resta comunque l’orgoglio, come ho detto, di aver fatto qualcosa di bellissimo”.