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Leone d'oro a Olmi: "La sorpresa è felicità!"

Premiato con il Leone d'oro alla carriera, Olmi racconta con emozionante saggezza le sue speranze sul cinema e la cultura italiana.

Olmi Venezia 2

05.09.2008 - Autore: La Redazione
Dopo vent’anni dal Leone d’oro per "La leggenda del santo bevitore", la 65° Mostra del cinema di Venezia celebra uno dei più grandi maestri del cinema italiano, Ermanno Olmi.
Tutto può succedere”, sembra essere il motto del regista settantasettenne, colmo di gioia e speranza nel ricevere il Leone d’oro alla carriera.

Il presidente del festival, Marco Müller, tiene a puntualizzare che questo Leone alla carriera non è una celebrazione della conclusione del lavoro artistico del regista: “Olmi è il cineasta delle rinascite. È passato da stili molto diversi, da una sua marca del reale a una narrativa del quotidiano, rinnovandosi sempre. Chissà cosa ci riserverà il futuro e quanto ci potrà ancora sorprendere con i suoi film”.

Olmi prende la parola esprimendosi con profonda e toccante saggezza: “Nemmeno io so dire quello che farò tra dieci minuti. Non avrei mai pensato, dopo così tanti anni e cose viste, di provare lo stupore della sorpresa, soprattutto per qualcosa che concerne il fare e non il pensare. Una sorpresa che non è contemplativa ma che ti spinge a modificare i tuoi comportamenti. Resta sempre qualcosa di inaspettato, come quando t’innamori e ritrovi energia, cuore e fantasia”.

Il premio veneziano per il regista arriva in un momento di grande ascesa per il cinema italiano, per Olmi è come la chiusura di una parabola iniziata sessant’anni fa. “Quando avevo quindici anni e ho visto per la prima volta Roma città aperta e Germania Anno Zero, eravamo in un momento di svolta in cui si segnava una linea di demarcazione netta tra il cinema americano, quello del sogno, e il cinema che invece ci racconta e nel quale ci riconosciamo. Un cinema, come quello di Rossellini, che produceva effetti di civiltà”. Gli eredi di quel cinema sono oggi, secondo Olmi, giovani talenti come Garrone, Sorrentino, Giordana e molti altri. Fanno dei film onesti. La visionarietà di Rossellini è come la visionarietà di Sorrentino. Una grande lente d’ingrandimento che rivela la verità”. Le menti straordinarie che hanno contribuito a rendere Ermanno Olmi quello che è oggi sono state persone uniche come Parise e Pianciardi, Pasolini e Rossellini,occhi capaci di intravedere i percorsi di cambiamento ed andare oltre”.

A consegnare il premio al maestro è stato Adriano Celentano, caro amico del regista: “Con Celentano abbiamo detto che il nostro ideale è di essere apprendisti. Non apprendisti di un mestiere, ma della vita. Se si considera che sorpresa continua che è il mondo, noi siamo dei perpetui apprendisti. In questo senso non è una collocazione umiliante, ma entusiasmante. La sorpresa è felicità”.