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LE PORNOGRAPHE
Il film, opera prima del giovane regista francese Bertrand Bonello, è stato presentato all'ultimo Festival di Cannes suscitando nel pubblico clamore per il nudo realismo delle scene.

03.10.2001 - Autore: Francesca Ianniello
Il film, opera prima del giovane regista francese Bertrand Bonello, è stato presentato allultimo Festival di Cannes suscitando nel pubblico clamore per il nudo realismo delle scene. La storia, scritta dallo stesso regista, narra la vita e il declino di Jacques Laurent, pornografo in voga negli anni settanta a Parigi. La pellicola è ambientata ai giorni nostri dove la pornografia è solo un prodotto del mercato e un occasione per far soldi. Agli esordi cinematografici di Jacques, Parigi viveva gli anni caldi della rivolta dove la pornografia poteva essere vista e interpretata come atto di libertà politica, ideologica e, sopratutto, sessuale. Oggi Jacques si ritrova come regista imbrigliato nelle logiche dei produttori e del mercato. Lunico motivo di vita è riallacciare il rapporto con suo figlio Joshep.
Padre e figlio si ritrovano nel momento in cui Jacques cerca il modo di finire la sua vita e Joseph di dare un senso alla sua. La bravura nellinterpretazione di Jean-Pierre Leaud permette di leggere tutte le sfumature del personaggio: linvecchiamento del corpo e della mente, la malinconia e la solitudine, quella che non lascia e che cresce sempre di più. Ed è per sottrarsi a questa solitudine che Jacques accetta di parlare con una giornalista che da tempo vuole intervistarlo, dicendo: Perché ho cinquantanni. Quanto mi sento pesante. Ho il corpo pesante, mi capisce? Ho dolori nella schiena e al petto perché invecchio e filmo gente che scopa ma continuo a farlo perchè so come farlo, perché è un mestiere, che lei lo creda o no. Anche mio figlio mi ha perdonato.
Le pornographe è costruito secondo tre sequenze, la prima è la ricerca di Jacques. La seconda sono i rapporti tra il padre e il figlio e la terza contiene lidea della rinascita. Bertrand Bonello, come afferma in unintervista a Claire Vassé, si è ispirato per questa struttura allarte di Rothko che si può vedere suddivisa in fasi di ricerca, di scoperta e di perdita. La vita di Jacques è stata come le tre fasi e, lultima, senza colori lha portato al punto perfetto e di non ritorno della solitudine dove non ci sono più parole che contino o possano cambiare il corso della vita.