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L'altra donna

C'è una complicità - tutta femminile - in Die Andere Frau, L'altra donna, che passa dalla regista Von Trotta alle due bravissime attrici fin quasi a penetrare la realtà con la fiction cinematografica.

taormina

17.06.2004 - Autore: Elena Dal Forno
L'altra donna Di Margarete Von Trotta Con Barbara Sukowa, Barbara Auer, Stefan Kurt. Germania 2004, 88'50".   C'è una complicità - tutta femminile in Die Andere Frau, L'altra donna, che passa dalla regista Von Trotta alle due bravissime attrici fin quasi a penetrare la realtà con la fiction cinematografica. E' quella complicità di sentirsi spesso le vittime di uomini bugiardi e traditori, che dicono di dire la verità solo quando sono davvero costretti e con le spalle al muro ma che, forse, non la diranno neanche in quel momento. E' la complicità di quando, non potendoti fidare più di nessuno, ti fidi solo del fatto che da donna a donna, sai quanto e cosa significhi essere umiliata nella tua dignità. La stessa complicità che nel film "Blind Flight" avevamo visto tra i due ostaggi maschili, qui nasce tra una donna, libera, che un giorno riceve una lettera da una donna che le scrive da un carcere. E' l'inizio di un percorso alla ricerca di quella che deve o dovrebbe essere la verità su un passato che si credeva senza macchia, è l'inizio di un dramma alla scoperta di chi è la persona che ci ha dormito vicino negli ultimi 25 anni della nostra vita. Chi è veramente questo "Romeo", l'uomo impiegato dai servizi segreti della Germania Est per sedurre alte funzionarie dell'Ovest?   Un trucco davvero squallido quello della Stasi di allora. Arruolava degli uomini, i cosiddetti "Romeo", che venivano istruiti per sedurre donne, nella maggioranza segretarie, che occupavano posti di alto prestigio all'interno dei ministeri dell'Ovest. Le donne spessissimo si innamoravano di questo uomo miracoloso piovuto dal cielo, e in cambio cedevano alle pressioni e alle richieste di questi infiltrati. Dapprima documenti di poco conto fino a veri e propri segreti di stato e militari. Una volta crollato il muro le donne spesso venivano imprigionate per anni, agli uomini invece non veniva fatto nulla, e spesso continuavano tranquillamente le loro vite, diventate molto più agiate grazie a queste prestazioni.   Ma ecco che una di queste donne, l'altra donna appunto, decide di rivelare questo marcio proprio alla moglie del "Romeo" che allora l'aveva sedotta Le conseguenze disgreganti una volta sollevato il velo della bugia sono devastanti. Le famiglie non possono non venire distrutte e il denaro è quello che ancora una volta, regola i rapporti di ogni cosa. C'è o ci può essere redenzione dal peccato? Esiste il perdono umano? Può una coppia riprendere il suo percorso dopo anni di tradimenti e bugie? Può una moglie riprendere a guardare il marito come se niente fosse successo? E' qui che questo sottile filo rosso della complicità tra donne si scatena, perché in fondo moglie e amante diventano quasi la stessa persona, mutilata dalla vergogna e gonfia di rabbia.   La von Trotta ha ben girato un film a budget ridotto, sceneggiato da un'altra donna Pamela Katz, che ha fortemente voluto la tedesca dietro la macchina da presa. Si tratta quasi di un film da esordiente, detto con tutta la bontà del caso, cioè di quelli che partono semplicemente da una bella storia per trasmettere sentimenti veri ed emozioni senza effetti speciali.  
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