Surreale, visionario, assolutamente sopra le righe. Michel Gondry torna a stupire con “The Science of Sleep”, imperdibile fuori concorso al Festival di Berlino. Dopo i viaggi nella memoria perduta di Joel e Clementine (“Se mi lasci ti cancello”), il regista francese si spinge ancora oltre. Gaël Garcia Bernal è Stephane,
un ragazzo timido e riservato dotato di grande immaginazione e di
un'attività onirica fuori dal comune. Sopraffatto dalla sua stessa
fantasia, perderà di vista il labile confine che c’è fra sogno e
realtà. Il film – presentato anche al Sundance con ottimo successo di
critica – uscirà a ottobre nelle sale italiane.
Qual è stata l’ispirazione per realizzare “The Science of Sleep”?
Gondry - Sono partito da un’idea che ho avuto diversi
anni fa e che ho utilizzato per un video dei Foo Fighters, in cui due
giovani condividevano i loro sogni. Ho sfruttato questa idea per una
storia sul modo in cui i sogni influenzano una relazione tra due
persone, e su come la relazione a sua volta influenzi i loro sogni.
Come è entrato nel progetto Gael García Bernal?
Gondry - Ci siamo incontrati grazie ad un amico
comune. Lui sembrava possedere le caratteristiche che stavo cercando,
perché il personaggio di Stephane è una sorta di mio alter ego.
All’inizio ero preoccupato, perché Gael è un ragazzo decisamente bello
e simpatico, e ho ritenuto che la gente avrebbe pensato che questo è il
modo in cui mi vedo. Ma lui è veramente un ottimo attore, così siamo
riusciti a superare questa difficoltà.
Che esperienza è stata dirigere un cast del genere, con Gael, Charlotte Gainsbourg e Alain Chabat?
Gondry - E’ stato fantastico. Gael arrivava con una
grande quantità di suggerimenti ed idee ed era sempre molto simpatico.
Charlotte ha recitato mostrando una grande fiducia nei miei confronti e
ha fatto tutto quello che le ho chiesto. E’ stata un’esperienza
favolosa. Una parte importante di questo lavoro consiste nell’adattarsi
a ciascuna persona e ottenere il meglio da ognuno.
Come è stato girato il film e quanto tempo avete avuto per le riprese?
Gondry - Abbiamo girato in 35mm in sole sette
settimane. L’animazione delle sequenze oniriche è stata realizzata in
due mesi e mezzo di duro lavoro nella mia casa di montagna a
Villemagne, circa sei mesi prima che girassimo il film.
Gli effetti speciali nel film possiedono una dote magica e
fantastica, una sorta di taglia e cuci artigianale. Sono stati
realizzati prima con la cinepresa o in digitale?
Gondry - Sono stati fatti con la cinepresa,
fotogramma per fotogramma. Alla fine della giornata di lavoro con gli
attori, portavamo in scena una cinepresa per le animazioni per
riprendere gli oggetti in movimento con la stessa luce. Può non
sembrare molto efficace dal punto di vista produttivo, ma c’è bisogno
di un lavoro complesso per ottenere questa caratteristica
‘artigianale’.


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La vita è sogno
Il visionario Michel Gondry ci racconta la storia del suo ultimo film: "The Science of Sleep", imperdibile fuori concorso al Festival di Berlino

12.04.2007 - Autore: Eva Gaudenzi